EA7: parla Giorgio Armani: «Vincere? Un sogno che è ora che si materializzi»

Il patron dell'Olimpia parla alla Gazzetta dello Sport
29.03.2014 10:02 di Matteo Marrello Twitter:    vedi letture
Fonte: La Gazzetta dello Sport
Giorgio Armani
Giorgio Armani

In una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport a firma di Vincenzo Di Schiavi ed Umberto Zapelloni, il patron della EA7 Milano Giorgio Armani parla a 360 gradi del suo rapporto con l'Olimpia e con il basket soffermandosi su molteplici aspetti.

 

Ecco in sintesi tutti punti toccati da Armani:

 

L'incontro con il basket «Da ragazzo, quando sia mio fratello che era il contrario di me, tanto era alto, che mia sorella cominciarono a giocarlo... mentre io presi altre strade. Ora mi piace andare al palazzo, vedere le partite dal vivo, sentire l'entusiasmo del pubblico».

Re o Sig.? «Preferisco signor Armani perché trovo che non sia così scontato rimanere signore ed essere riconosciuto come tale, nell’intero arco della propria vita».

Il passo avanti «Eravamo main sponsor durante la gestione precedente e quando emersero seri problemi di natura economico-finanziaria, nessuno dei soci volle sostenere il rilancio del progetto rischiando quindi di far scivolare la società in un declino pericoloso. Fu allora che dovetti fare un passo in avanti».

Perchè non nel calcio? «Il mondo del calcio è affascinante, ma troppo complicato ed ingombrante per pensare di entrarci senza esperienza»

Giovani e forti ma con la testa «I giovani ricchi di potenziale ed energia mi sono sempre simpatici purché alla fine il loro talento si riconduca ad una logica di gruppo senza individualismi e protagonismo sopra le righe».

Mollare? Mai «Sono entrato nell' Olimpia ben sapendo che avremmo dovuto attraversare una lunga via crucis, faticosa ma necessaria per raggiungere il successo. Non mi sono mai illuso di trovare scorciatoie favorevoli e quindi pur avendo vissuto momenti di delusione non mi sono mai fatto aggredire dallo sconforto e non ho mai perso la fiducia nei nostri mezzi. Certo qualche volta mi sono arrabbiato. E non poco...» .

Dimenticare la Coppa Italia «Grazie all'immediata reazione della squadra non ho avuto il tempo di pensarci più di tanto».

Final Four di Eurolega? Un regalo per i nostri tifosi «Conquistare le Final Four, ospitate a Milano, sarebbe un premio importante per i nostri tifosi che meritano sempre il massimo».

Palazzo pieno «Merito della società che in questi anni è riuscita coerentemente a mantenere e perseguire gli obiettivi prefissati nel medio-lungo periodo, senza farsi deviare e confondere dai risultati agonistici non sempre gratificanti».

Meno luci «Le luci? Le terrei soltanto sul parquet, sul gioco, lasciando al buio tutto il resto».

NBA? Bella ma troppi hot dog... «Mi sono divertito nel vederla due, tre volte, ma il problema è che gli americani mangiano sempre, anche quando guardano lo sport e c'era tutto quell'odore di hot dog attorno...»

PalArmani «Purtroppo la ristrutturazione del Palalido rispecchia lo stato di precarietà del nostro Paese dove la burocrazia è diventata un mostro ingovernabile che molte volte affossa il tutto. A noi non rimane che sorvegliare pazientemente, finora direi molto pazientemente^ quanto sta accadendo».

Banchi il motivatore «Coach Banchi è come ce lo aspettavamo: sta lavorando con passione e dedizione assoluta, è competente e molto intelligente e soprattutto riesce a motivare e stimolare nella giusta direzione tutti i giocatori grazie alla credibilità conquistata sulla base di comportamenti coerenti e trasparenti nel quotidiano. Dovessi indicare un testimonial del nuovo corso, non avrei dubbi nell'indicare Luca Banchi».

L'ingranaggio Hackett «Daniel è l'ingranaggio che mancava per consentire a questa squadra di trovare quell'armonioso equilibrio che nello sport chiamano chimica. E' tra l'altro un bravissimo ragazzo, semplice e dotato di una leadership naturale nel gruppo di lavoro».

“L'accendino” Langford «Keith è un talento puro capace di accendere la partita in fase offensiva quando proprio ne hai bisogno a prescindere dalla resistenza degli avversari. E, quando vuole, sa anche difendere molto bene».

Moss il “bronzo di Riace” «David è il nostro "bronzo di Riace": è un ragazzo simpaticissimo e dal sorriso accattivante che maschera la sua grinta e la sua durezza, sempre leale, con la quale invece affronta il suo lavoro sia in allenamento che in partita».

Capitan Gentile «Alessandro è il nostro capitano ed il nostro talento vero. Nonostante la giovane età ha già un curriculum da giocatore navigato e dimostra continuamente il suo attaccamento sincero e verace per Olimpia. Ha ancora un potenziale di crescita enorme».

L'ossessione di vincere «E' l'obiettivo sintesi di un'intera stagione e per noi milanesi che lo inseguiamo dal lontano 1996 è un sogno che è ora che si materializzi. Evitiamo però che questa lunga astinenza sfoci in un desiderio ossessivo. In caso di vittoria finale, gioirò per tutti coloro che durante questi 6 anni hanno lavorato duro per il traguardo finale e per tutti i veri tifosi dell'Olimpia che hanno saputo pazientare in modo encomiabile».