Dan Peterson, la mia Chicago

Il coach racconta la sua città in occasione del World Tour dell'Olimpia Milano
28.09.2015 17:22 di  Alessandro Luigi Maggi   vedi letture
Fonte: olimpiamilano.com
Dan Peterson, la mia Chicago

L’Olimpia parte domani all’alba per Chicago via Roma. La sera dell’1 ottobre (ma in Italia saranno le 2 del mattino: diretta tv su Fox Sports) giocherà allo United Center contro il Maccabi Tel Aviv, una classicissima del basket europeo esportata nella patria dei canestri. L’Olimpia ha giocato in America solo una volta, a Milwaukee, nel 1987. Chicago è la città di tanti suoi ex campioni, George Bon Salle, uno dei primi americani visti a Milano, Skip Thoren, che vinse la Coppa dei Campioni del 1966, poi in epoche più recente Kiwane Garris, James Singleton, David Moss e naturalmente Mason Rocca, nativo di Evanston, adagiata sul Lago Michigan. La stessa città in cui è nato e cresciuto Dan Peterson. “Quella con il Maccabi è una sfida di grandi tradizioni e forse contro di loro ho allenato le partite più difficili della mia carriera – racconta Coach Peterson che contro il Maccabi vinse la Coppa dei Campioni del 1987 -. A Tel Aviv trovavo sempre grandi squadre, grandi allenatori, grandi individualità, grande pubblico e grande atmosfera. E tutte queste caratteristiche le porteranno a Chicago dove vedremo tante maglie gialle perché la comunità ebrea è forte. Ho molti amici laggiù, mi chiedono perché non giochiamo contro i Bulls ma la verità è che verranno lo stesso e lo spettacolo lo merita. Il Maccabi è un club che anche per stile di gioco, contropiede, velocità, ha sempre avuto grandi tradizioni. Maccabi e Real Madrid hanno storicamente prodotto il miglior contropiede in Europa. E giocano con intensità perché avvertono la responsabilità di rappresentare un paese. Sarà un test per la nostra squadra. La finale dell’87? Si giocava a Losanna, in un palaghiaccio, la palla era un pezzo di ghiaccio, i giocatori non riuscivano a tirare, passare o ricevere. Infatti finì 71-69 per noi. Il Maccabi segnava 99 punti normalmente. Non ho mai capito perché si giocò a Losanna. Diventò una battaglia: alla fine addirittura Dino Meneghin perse un pallone tra le mani. Il Maccabi ebbe l’ultimo pallone, sotto di due, e trovò un tiro del miglior tiratore Doron Jamchy da tre. Ma fu corto, Bob McAdoo catturò il rimbalzo e fu un senso di sollievo. Ero felice. Dopo quella partita così intensa pensai che non sarei mai più stato in grado di allenare un’altra partita come quella in vita mia”.

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