Brindisi: il basket nel dnA

19.08.2015 22:19 di  Dario Recchia   vedi letture
Brindisi: il basket nel dnA

Flavio Tranquillo, noto giornalista Sky, nei giorni scorsi era a Brindisi per presentare un suo libro (che consiglio di leggere!!!). A precisa domanda ha risposto che Brindisi, cosi come Bologna, trasuda basket da ogni poro. Una città che vive da sempre con passione, affetto, ansie le vicende cestistiche locali. Come nessuna altra realtà dello stivale. Capita anche  di vivere, quasi per caso, una storia che vale la pena di essere raccontata. Perché la pallacanestro non è solo un gioco dove 10 atleti provano ad avvicinarsi a Dio saltando incontro ad una palla  ma anche tanto altro.

Giorni fa ho incontrato un amico che non vedevo dai tempi del liceo. Marino Marrazza, dottore commercialista classe 58,che ha giocato, come tutti gli abitanti di Brindisi, a basket sin da bambino e vissuto la bellezza del minibasket anche con coach Pentassuglia. Oggi, affermato professionista in quel di Milano e padre di famiglia, continua, imperterrito a seguire le sorti della New basket Brindisi targata Bucchi. “Mi capita – racconta Marino – di seguire Brindisi in alcune trasferte al nord e , quando possibile, anche a Brindisi. E mi sento orgoglioso, soprattutto in trasferta, di poter assistere alle prestazioni della squadra della mia città”. Un fiume in piena Marino che racconta come l’amore per il basket sia, soprattutto, un modello di vita. “Ho sempre creduto – continua il Dott. Marrazza- nel valore educativo dello sport e, nello specifico, di come sia importante per Brindisi avere una squadra di vertice che diventa, per tutti, un riscatto morale per una città che ha tanti problemi.” Marino, persona schiva e riservata che si arrabbierà per aver raccontato questa storia, ha deciso, da subito, di aderire al progetto dell’Associazione “Brindisi vola a canestro” che ha, tra le sue finalità, anche quella di contribuire economicamente, alle sorti del sodalizio del Presidente Nando Marino. “Quando – prosegue Marino – il mio amico Dott. Franco Tomei (referente dell’Associazione ndr) mi ha prospettato la possibilità di aiutare concretamente attraverso l’Associazione la società ho immediatamente aderito. Un modo, il mio, nonostante viva a Milano, di sentirmi piu’ vicino alla squadra ed alla città pur, non lo nascondo, non avendo un abbonamento al palazzetto che è da sempre sold out”. Finalità importanti, quelle dell’Associazione, che prevedono anche interventi nel sociale.” Mi piacerebbe – continua Marrazza -  anche se  è una idea tutta mia, poter, attraverso l’Associazione,  costruire nei quartieri piu’ degradati della mia città dei playground nello stile americano. Un modo, per chi volesse, di poter disporre di un campetto dove giocare, crescere, socializzare”. Parole importanti che non sono solo il risultato di una passione per il basket. L’Associazione, presieduta dall’Avv. Mazara, da quest’anno sta dando la possibilità, a chi lo volesse, di poter aderire all’Associazione con una quota piu’ bassa (1500 euro e non piu 5000 come lo scorso anno ndr) proprio per venire incontro alle tante richieste di chi ha voglia e possibilità di sentirsi ancora piu’ vicino e partecipe alle sorti del sodalizio di Contrada Masseriola. “Spero – continua Marrazza – che non solo i brindisini residenti ma anche chi come me è lontano dalla città di origine di voler aderire a questa lodevole iniziativa per sentirsi ancora piu’ vicini ai colori della propria comunità. In tutti noi dell’Associazione non c’è nessuna voglia di apparire ne tanto meno ci sono interessi particolari. Tutt’altro. Basta guardare lo statuto per capire il significato delle mie parole”. Una passione, quella di Marino Marrazza, che tracima da tutti i pori. Ha voluto, perché la passione per il basket è nel DNA familiare, far aderire all’Associazione anche il figlio Ferdinando. Questo, come per  tutti gli associati, vuol dire sacrifici, magari rinunce a qualcosa. Ma questo è Brindisi/basket. Come la volontà di scendere a Brindisi per  trovare la mamma anziana ancora residente in città  e facendo coincidere, il tutto,  con le partite casalinghe della New basket Brindisi e magari guardando le gesta dei ragazzi di coach Bucchi da dietro una colonna oppure in piedi. Perché al cuor non si comanda e perché i ricordi delle trasferte a Maddaloni , ancora dodicenne, ricorrono nella mente come il primo bacio dato alla prima fidanzatina. Esagerazione? Pazzia collettiva? Forse si o, piu’ semplicemente, il basket a Brindisi. Da credere o no. Una storia semplice ma che esprime le emozioni che solo lo sport puo’ dare. Per questo, ma anche per tante altre ragioni, la storia di Marino andava raccontata. E non fa niente che si è rimasti ad ascoltare la stessa sotto un ombrellone piuttosto che rinfrescarsi nelle splendide acque della costa brindisina. Per un bagno e per il basket giocato c’è sempre tempo. Per il momento, viceversa, godiamoci queste meravigliose storie d’agosto. I LOVE THIS GAME