Brindisi: Ferrarese spiega le ragioni dell'addio

Brindisi: Ferrarese spiega le ragioni dell'addio

Massimo Ferrarese spiega i motivi per cui ha lasciato la New Basket Brindisi e la carica di presidente onorario alla penna di Francesca Mandese del Corriere del Mezzogiorno: «A un certo punto ho capito che era meglio farsi da parte. E così ho fatto». Ne segue una disamina disincanta verso una gestione non più condivisa.

SOCI CHE ABBANDONANO. «Se da 13 soci del 2011 si è arrivati ai tre di oggi, evidentemente il problema non riguarda solo Massimo Ferrarese». Che cosa intende? «È molto semplice. Se un imprenditore, facendo tanti sacrifici, destina a una società di basket, dalla quale non ricava certo utili o profitti, 100 mila euro l'anno, forse si aspetta qualcosa in cambio.

Partiamo dalle cose più banali: una e-mail con la quale lo si informa dei nuovi acquisti dei giocatori, un invito alle cene con la squadra o a qualche manifestazione pubblica, un coinvolgimento a tutto tondo nelle attività societarie. Non dimentichiamo che chi investe in uno sport è prima di tutto un tifoso. Se invece di mille euro di abbonamento ne spende 100 mila per le quote in società, una ragione ci dovrà pur essere.

Oppure - cose meno banali - la visibilità, ad esempio, una dichiarazione a fine partita, una intervista ogni tanto, qualche foto con la squadra».

FERNANDO MARINO. «Diciamo che è un asso "quasi pigliatutto". Non si possono mortificare i soci, lasciarli in un cantuccio. Chi investe ha bisogno di essere coccolato. E, ripeto, non parlo per me che ho altri modi per conquistarmi la visibilità. Né voglio fare polemica, ma se si rimane in tre qualcuno dovrà porsi qualche domanda».

PASSO INDIETRO D'ADDIO IRREVOCABILE. Sicuro "perché non vorrei mai veder morire la mia creatura più bella, dopo i miei figli, s'intende. Meglio fare un passo indietro, per quanto doloroso possa essere. E ho voluto farlo nel momento storico più bello per la squadra, quando è ormai all'apice. Posso dire con orgoglio di aver mantenuto tutte le mie promesse, e chi mi segue da dieci anni lo sa.

Sono tutte cose che gli ho detto pubblicamente, durante le assemblee societarie, e lui mi sembrava disponibile a modificare il suo atteggiamento, ma alla prova dei fatti non è stato così. Rimarrò il primo e più appassionato tifoso, ma null'altro». Ha ancora il suo posto in prima fila nella tribuna d'onore? «Sì, quello sì (ride)".