BBL - Andrea Trinchieri e l'Italia "'I giocatori di talento ci saranno sempre, ciò che manca è il resto"

BBL - Andrea Trinchieri e l'Italia "'I giocatori di talento ci saranno sempre, ciò che manca è il resto"
© foto di foto Simone Sperduto

Andrea Trinchieri, tre stagioni e tre scudetti in Germania con il Bamberg. Esperienza vincente che permette di vedere senza troppo incanto il confronto tra due realtà, quella emergente della Bundesliga e quella calante di Legabasket. L'intervista pubblicata oggi su La Repubblica è di Nicola Apicella:

A quando le chiavi della città? "Le esagerazioni mediterranee non fanno per questo popolo. I tedeschi sono molto equilibrati, diciamo che mi hanno dato una bella fetta di credito e rispetto. E questo va più che bene".

Dei tre è stato lo scudetto più complicato? "Per come nasceva la stagione sicuramente, con un'Eurolega tutta nuova e senza Wanamaker, il nostro miglior giocatore. Ci sono state difficoltà, passaggi a vuoto, ma i campionati non si vincono a marzo. La squadra è stata il vero leader di tutta la stagione, nei playoff (chiusi con 9 vittorie consecutive dopo la sconfitta in gara 1 dei quarti) ha messo la freccia e nessuno ci ha preso la targa".

Lei al Bamberg, Ancelotti al Bayern, Serniotti nel volley a Berlino. Tre storie di italiani vincenti in Germania.
"Quella degli allenatori italiani è una scuola di altissimo profilo. Può fare storia e tendenza. A funzionare è il mix di disciplina, organizzazione, programmazione con la tipica creatività italiana. Una creatività che può essere tecnica, nei rapporti o nella gestione delle situazioni di crisi, quello che sappiamo fare noi in Italia. A parole l'ultimo che ci ha sconfitto sarà stato Napoleone".

Adesso che l'ha conosciuta come giudica la nuova formula dell'EuroLeague? "Il calendario della stagione sportiva è fondamentalmente sbagliato, non va bene che i giocatori non abbiano un momento di riposo. Purtroppo ci sono due entità (FIBA e Euroleague, ndr) che si stanno facendo una guerra senza quartiere, i morti e i feriti sono giocatori, squadre e allenatori".

È sicuramente più chiaro il suo futuro. Si era parlato di Milano, di NBA. Alla fine ha scelto la continuità. "Con Milano non c'è stato alcun contatto. Resto in Germania, qui sto bene. Mi rendo conto che perderemo 4-5 dei nostri migliori giocatori, è una situazione complessa ma allo stesso tempo stimolante. So bene di non poter far meglio, ma posso fare qualcosa di diverso".

Melli è tra quelli che non vedrà più in palestra al Bamberg. "Nicolò è pronto per un livello più alto. E' pronto per la Nba, per una grande squadra europea, è un giocatore che porta così tante cose alla squadra che non c'è il minimo dubbio che farà una carriera incredibile".

Visto da fuori come sta il basket italiano? "Credo che del rilancio del basket italiano ormai ne abbiano parlato anche al consiglio di sicurezza dell'Onu... Non penso sia una questione di giocatori, un po' di roba c'è. I giocatori di talento ci saranno sempre, ciò che manca è il resto. Le infrastrutture, i club che fanno da traino al movimento. Ho la percezione che in Italia ci siano tante cose buone di pallacanestro - giocatori, allenatori, piazze storiche, passione - ci vorrebbe un uso migliore delle idee".