Olimpia Milano: dai pettegolezzi alla vittoria scacciacrisi

Fonte: Massimo Pisa - La Repubblica
Olimpia Milano: dai pettegolezzi alla vittoria scacciacrisi

Su Twitter Andrew Goudelock si era annunciato, anticipando l'ufficializzazione del suo arrivo dieci mesi fa. Cinguettando aveva fatto partire il primo siluro, a inizio aprile, commentando la voce sull'arrivo di Nedovic a Milano dalla prossima stagione: quel «Good luck Nemanja» era fin troppo esplicito nell'esternare i velenosi pensieri del mini-Mamba sul suo difficile stare all'Olimpia. E ora che altri e più consistenti pettegolezzi di mercato si sono affastellati, e tutti sul ruolo di guardia dell'Armani - Nedovic dato per fatto, Della Valle pure, e Mike James che da Atene ha cinguettato a sua volta «non è il momento» per quieto vivere - ecco l'ennesima e più diretta sparata dell'ex Lakers. Che poi trovi proseliti tra i connazionali americani in Europa (il veterano Sonny Weems e il giovane Quincy Miller) il suo pensiero su «la peggior cosa che questi club possono fare ai giocatori è mentirci come se fossimo stupidi, peggiorando dieci volte le cose per te e la squadra», conta zero.

L'attacco è frontale, i panni lavati pubblicamente in piazza e senza che da casa Armani sia arrivato un segnale immediato: il ragazzo era in Quintetto l'altro ieri con Pistoia, senza strafare vista la morbidezza agonistica con cui si erano presentati i toscani già salvi, e quindi tutto liscio come se nulla fosse successo. Di scuse e di multe a posteriori serve pure poco a discutere, perché come sempre è il messaggio che passa ciò che conta: minare pubblicamente la squadra, lo spogliatoio, i rapporti col resto del club si può, ed è concesso alla vigilia dei playoff. Per giunta in coincidenza di un'altra avventata uscita social, quella di Jordan Theodore che tra acciacchi e convalescenza non è ancora tornato a regime, e si lamenta su chi «ti accoltella alla schiena», precisando sempre su Twitter che si trattava di questioni personali. Come se fosse il momento e il mezzo per risolversela con chissà chi. Non è storia nuova a Milano, dal Mike Hall che fece fuoco e fiamme contro presunti ritardi di pagamento (allora un turno in tribuna raffreddò gli animi di un ragazzo generosissimo e naif) al Gentile Alessandro coi suoi «like» ai fotomontaggi arbitrali pro-Siena, passando per le sclerate di Daniel Hackett contro lo staff della Nazionale che costò sei pesantissimi mesi di squalifica al ragazzo e una grana non voluta alla banda di coach Banchi.

Immaturità e ingenuità che col professionismo il mondo adulto della comunicazione c'entrano zero, di fronte alle quali il front office di Assago si trova troppo spesso a guardia abbassata. Che quello spogliatoio somigli a una pentola a pressione è spiffero ricorrente nell'annata, e i playoff sono cartina di tornasole spesso spietata con i gruppi scollati. Per questo la partita di Venezia col primo posto in palio e il lato di tabellone playoff che ne seguirà potrà avere un peso anche decisivo: Trento e Virtus Bologna, delle attuali prime otto, sono le squadre da cui l'Armani non ha perso in stagione. Indizi che porterebbero a preferire un primo posto. Poi, come diceva il saggio, vai a sapere