Dinamo Sassari in un vortice negativo, l'isola felice non sorride più

Cinque sconfitte consecutive e caduta in classifica, che succede alla squadra di Meo Sacchetti?
28.04.2015 10:00 di Paolo Zerbi   vedi letture
Dinamo Sassari in un vortice negativo, l'isola felice non sorride più

Il momento più buio del recente passato ha completamente avvolto la Dinamo Sassari. Le tenebre durante la stagione comunque più vincente della sua storia. Un paradosso sottolineato anche dal numero uno biancoblu Stefano Sardara: “Riflettevo sul fatto che sembra incredibile ma la squadra più vincente della storia della Dinamo sia anche la meno amata e ritenuta la meno divertente […] mi chiedo cosa sarebbe successo se fossimo arrivati decimi… la stagione non mi pare poi proprio da buttare via”. Un presidente sempre vicino alla squadra, la volontà di spronare una squadra entrata in un vortice negativo. Il tutto prima della débâcle di Caserta, probabilmente il punto più basso stagionale raggiunto dalla Dinamo. Ma che è successo alla squadra sempre spumeggiante, nel bene e nel male? Di colpo, Sassari è diventata un’acqua naturale, perdendo la sua caratteristica ovvero quell’essere frizzante che l’ha sempre tenuta ai vertici del nostro campionato. Appagamento? Sarebbe folle, ma al tempo stesso è un ipotesi da non prendere sotto gamba. Non tanto perché Sassari non abbia più “voglia” di vincere, al contrario perché alzare l’asticella ogni volta è sempre più complicato (è stato così anche nel contesto europeo, con la Dinamo che da Cenerentola al grande ballo dell’Eurolega ha un po’ steccato), soprattutto in una stagione che dal punto di vista fisico e mentale ha logorato e non poco, con la necessità di fare carichi di lavoro in vista dei prossimi playoff.

 

La squadra “Sicuramente ha inciso la profonda ricostruzione e la giovane età del gruppo”, le parole sempre su Facebook di Stefano Sardara. Già, ma le magagne escono nel mese di aprile? Probabilmente manca una vera e propria leadership all’interno sia dello spogliatoio che sul parquet, una leadership che il gruppo storico italiano riesce a dare soltanto in parte. Insomma, i Diener erano un’altra cosa e non è un caso che proprio ora sia tornato alla ribalta il nome di Travis come ipotetico e suggestivo (ma reale?) rinforzo del mercato. Perché è palese che a questa squadra manchi una mente in cabina di regia, passando di fatto dal duo Diener-Green (da pestarsi i piedi) a Dyson-Sosa, ottimi giocatori anche se col pensiero prima a creare per sé. Ed anche i rinforzi del mercato…. Lo scorso anno arrivarono in dote Drew Gordon e Benjamin Eze, due lunghi, il primo già conoscitore del metodo Sacchetti, il secondo con un bagaglio d’esperienza tra i più importanti in Italia. Quest’anno? Formenti, Mbodj e Kadji, il tutto mentre Milano sembra dover “scippare” Tabu ai sardi ed il nome di Pietro Aradori è stato sì accostato ma messo subito nel dimenticatoio.

 

Finale Il caso Edgar Sosa, infine, denota come il momento in casa Dinamo Sassari non sia dei più floridi, con il dominicano prima messo fuori rosa, poi reintegrato per esser tornato (volontariamente?) sui suoi passi. Serve ricompattare tutto, ed è proprio in questo momento che Meo Sacchetti dovrà dimostrare tutta la sua (indiscussa) capacità alla guida tecnica. La classifica piange, agguantata ma di fatto sorpassata da Trento, Venezia e Cremona diranno se Sassari avrà ai playoff il fattore campo sempre da ribaltare. Serve, in primis, una sterzata immediata, perché ricominciare dopo aver finito la post season con una serie infinita di sconfitte è impossibile. La Dinamo più vincente rischia di passare da essere l’anti-Milano ad un clamoroso flop. Su Sassari, ora, il sole non splende più.