A2 F - Foto sexy? Un falso giornalistico che non riguarda il Geas

A2 F - Foto sexy? Un falso giornalistico che non riguarda il Geas

In riferimento a un articolo comparso su un organo d’informazione e ripreso da alcuni siti, Geas Basket comunica che la “notizia” di una possibile campagna stampa basata su “foto sexy” è totalmente priva di fondamento.
Geas Basket da sempre si fregia a giusto titolo dell’immagine di Family Team, ha costruito le proprie fortune su un vivaio di giovani e giovanissime atlete ed è in prima linea, attraverso numerose iniziative pubbliche, nel valorizzare e nel dare dignità alle donne in ogni contesto, con campagne contro il bullismo e contro le molestie domestiche: il solo accostare il nome del Geas a una campagna sessista e peggio ancora lesiva dell’immagine femminile è quindi una palese contraddizione, oltre che in contraddizione con la nostra storia lontana e recente.
L’unico ed esclusivo interesse di Geas è crescere donne e giocatrici, atlete che possano indossare con orgoglio una divisa tanto gloriosa, e non sarà la ricerca di uno sponsor a far deviare la società dalle linee guida che da sempre la contraddistinguono e che da sempre ne fanno una realtà importante nel mondo della pallacanestro femminile italiana.
Chi pensava (o sperava) altro, quindi, si metta il cuore in pace: mai Geas Basket ha pensato di poter coinvolgere le proprie giocatrici in campagne stampa stile “calendari” o simili. E mai, ovviamente, lo penserà.
Su una cosa però l’articolo ha ragione: abbiamo una prima squadra giovane e vincente, in testa al campionato di serie A2 e finalista in Coppa Italia; abbiamo un settore giovanile che sta ottenendo eccellenti risultati in ogni categoria; e sì, ancora non abbiamo uno sponsor che possa aiutare la società a sostenere i costi di una stagione impegnativa. Ma sul campo, anche se la società – economicamente parlando – in questo momento è nuda, daremo il massimo per ottenere il massimo partita dopo partita. E se dovessimo arrivare fino in fondo, ai successi che siamo fortemente determinati a raggiungere, allora sì che potremo autoproclamarci “nudi alla meta”. Ma vestitissimi, naturalmente.