Giordano Consolini: «La Virtus è tra le poche società che valorizzano i giovani»

Parla il responsabile del settore giovanile delle V nere
Giordano Consolini
Giordano Consolini

Giordano Consolini responsabile del settore giovanile della Virtus Bologna fa un quadro della situazione dalle colonne di Stadio sulla situazione giovanile in Italia, tra le difficoltà di tante squadre, la realtà bianconera è una delle più floride.

Attualità «Oggi molti stranieri che giocano non sono eccellenti, ma costano poco. Di italiani ce ne sono pochi e costano molto. Il problema è che per i giovani talenti non c'è spazio, non c'è la possibilità reale di giocare ad alto livello. Io non penso che la soluzione sia quella di dimezzare il numero degli stranieri, ma di dare degli sbocchi ai ragazzi, diversamente il rischio è che questo seti ore crolli, perché non è supportato dal le scelte, anche economiche, delle società. Invece devo dire che quelli che si formano nelle giovanili e poi debuttano in prima squadra raramente deludono, e i nomi sarebbero diversi».

Beli e Fontecchio «Allora, Beli è il fenomeno Che non puoi certo programmare, ma è il lavoro quotidiano in palestra che serve a formare. E' il caso di Fontecchio, che quest'anno ha trovato spazio, gioca 20-25'a partita ed e nel giro della Nazionale. E' lui il vero nostro scudetto, indipendentemente da come finiranno i campionati, giovanili e di A. Però bisogna continuare a programmare, perché il basket si rivolge prima di tutto alle famiglie, che sono il nostro serbatoio vitale, perché portano qua i ragazzi, i genitori si appassionano a questo sport e la domenica vanno al palazzo».

Altri tempi «Ricordo quando l'avvocato Porelli annunciò che aveva venduto Moris Masetti a Ferrara per 400 milioni di lire, salvando così il bilancio di quell'anno. Era più di quello che dava uno sponsor».

Troppe regole diverse in Europa «In Europa ci sono regole diverse a seconda del paese, qui servirebbe un lavoro di formazione, magari a livello di Ministero Dello Sport. In parlo da una situazione privilegiata, perché la Virtus va bene in questo settore. È un problema che coinvolge tutti, qualcuno se ne deve fare carico non possono essere solo alcune società virtuose ad investire sui giovani. Non voglio certo chiudere le frontiere, ma qualcosa dobbiamo fare. Tutti. Per amore del basket».