Storia di Matiàs Chahab: dai Mondiali con Kirilenko, Navarro e Gasol, alla C2 per regolamento

28.05.2016 11:51 di Alessandro Palermo   vedi letture
Storia di Matiàs Chahab: dai Mondiali con Kirilenko, Navarro e Gasol, alla C2 per regolamento

La storia che stiamo per raccontarvi è davvero un qualcosa di folle. Un giocatore che disputa i Mondiali Juniores insieme a Luis Scola, portabandiera dell'Argentina ai prossimi Giochi Olimpici di Rio, come può finire nella C2 italiana? E' tutto vero. E' la storia di Matiàs "El Gaùcho" Chahab, sua maestà. Nonostante il nickname originariamente brasiliano, Chahab è un'Ala (all'occorrenza Guardia) argentina dalle doti cestistiche fuori dal comune. In Lombardia è considerato una leggenda, al Sud Italia non ne parliamo. Ma partiamo con ordine...

GLI INIZI
Matìas le giovanili le fa nel suo Paese d'origine, l'Argentina. Viene subito notato per il suo tiro splendido e per le sue notevoli capacità di trovare la retina con un tiro da tre. Chahab entra nel giro della Nazionale Albiceleste, dalle giovanili fino ad arrivare ai Mondiali Juniores (Under -19) del 1999. In quella squadra Mati ha come compagno uno come Luis Scola, oggi lungo dei Toronto Raptors ma dal passato glorioso: prima della carriera quasi decennale in NBA -i milgiori con la canotta degli Houston Rockets- Scola vinse una storica medaglia d'oro alle Olimpiadi di Atene e fu nominato per ben due volte MVP del campionato spagnolo. Ma torniamo al protagonista della nostra storia: Chahab.
Mati gioca i Mondiali in Portogallo, arrendendosi soltanto in Semifinale contro la Spagna di... udite udite... Juan Carlos Navarro, Pau Gasol, Felipe Reyes e Raul Lopez. La stessa Spagna poi s'impose anche in Finale contro gli Stati Uniti di Chris Paul (giovanissimo) e di Mike Miller. L'Argentina perderà, invece, la Finale 3/4° posto contro la Croazia 66 a 59. MVP del torneo Andrej Kirilenko, si avete letto bene. Ecco, ora, pensare che il "Gaucho" abbia giocato contro gente del genere, super star NBA e mondiali, fa davvero uno strano effetto. Ma come è possibile che un giocatore passi da certi palcoscenici e da certi avversari, a trascorrere una carriera intera nelle minors del nostro Paese? Da marcare Navarro alla C2, incredibile. Chahab, che a quei Mondiali fu allenato da coach Ruben Magnano (alla Pallacanestro Varese dal 2004 al 2007), porterà per sempre quell'esperienza nel cuore ma non sa ancora che presto dovrà dire addio a quel tipo di basket, ad altissimi livelli.

L'ARRIVO IN ITALIA
Matiàs, complice una crisi economica in Argentina che incomincia a farsi sentire parecchio, si trasferisce in Italia nel 2001, con la speranza di poter vivere un futuro roseo. Appena arrivato nello Stivale, Chahab però non riesce a stare un solo momento senza pallacanestro e così decide di firmare per Bernalda, squadra della provincia di Matera iscritta alla C2 pugliese. L'anno seguente, stagione 2002/2003, è quello più importante per Matias, sia in positivo che in negativo. Su quella stagione ruota attorno gran parte di questa storia. Chahab si accasa a Campobasso, dove segna 711 punti in 23 gare: una media monstre (30.9 punti a partita) gli aprono le porte del paradiso... o quasi. In quella stagione l'argentino segnerà il suo massimo di punti in carriera: 53, poi però ritoccato con la maglia di Montichiari (C2 Lombardia), stagione 2009/2010, mettendone 54! Sempre con la maglia di Campobasso, sempre in quella fatidica stagione, nei playoff del 2003 ne segnò addirittura 45. Si, avete letto bene: 45 ai playoff. Al termine di quella annata straordinaria, il nome di Chahab è chiaramente sulla bocca di tutti. Non c'è palestra al Sud Italia che non conosca quel fenomeno albiceleste. E' il momento, dunque, del grande quanto meritato salto di categoria. Messina, all'epoca in A2, fa di tutto per averlo. Il giocatore, che nel frattempo ha compiuto 23 anni, non ci pensa due volte e accetta la proposta. Tutto molto bello se non che il trasferimento non si farà mai, Chahab non giocherà mai in A2. Motivo?

TUTTA COLPA DI UN (FOLLE) REGOLAMENTO
A quei tempi, primi anni '00, nessun giocatore di pallacanestro oriundo, poteva disputare un campionato professionistico senza aver fatto le giovanili in Italia. Questo regolamento spiazza la società siciliana ed il giocatore stesso, entrambi ignari di questa legge. La storia di Chahab si espande ancor di più, a quel punto tutte le squadre delle Minors lo vogliono. La lista di squadre, per accaparrarsi il talento immenso di Matias, è davvero lunga, a tal punto da far partire aste pazzesche. Un giocatore del genere, però, di quel calibro è troppo anche per le società del sud Italia, da sempre disposte a pagare ricchi ingaggi anche in categorie non importanti. I tempi d'oro, ma soprattutto i finanziamenti, incominciano a scarseggiare e in pochi possono offrire quanto Chahab vorrebbe e meriterebbe. Dopo aver guadagnato comunque parecchi soldi -considerando le umili categorie nelle quali ha giocato- Matiàs decide di alzare l'asticella, provando a trasferirsi al nord per continuare a vivere solo di pallacanestro, pur non essendo un professionista. Arrivato in Lombardia, Chahab firma per Salò addirittura in Serie D, che comunque è in grado di fargli una buona offerta. Chahab, ovviamente, trascina la squadra alla promozione in C2 e rimane nel club bresciano per un'altra stagione. Al termine della seconda annata, però, Chahab si rende conto che pensare di poter vivere facendo solo questo non ha logica, ma soprattutto futuro.

"CAMBIO VITA, VOGLIO FARE L'OSTEOPATA!"
Matiàs ormai non più giovanissimo, decide che è arrivato il momento di cercare una strada alternativa al suo futuro: è così, dunque, che l'argentino decide di studiare duramente per diventare osteopata e ci riesce. Mati diventa osteopata a tutti gli effetti e per ragioni di lavoro nelle stagioni successive, quelle più vicine ai giorni nostri, salta molte partite di stagione regolare con la propria squadra di turno per impegni lavorativi. Il lavoro lo porta ad intraprendere una marea di viaggi, dunque, il basket passa in secondo piano, pur Chahab possieda un talento cristallino. Quando, però, uno è un fenomeno in campo spesso lo è anche fuori dal parquet ed ecco che Matiàs diventa bravo anche come osteopata a tal punto da tenere molte lezioni ad una università di Parigi. Cosa che fa tutt'ora, oltre a giocare ancora a pallacanestro ovviamente. Chi è la squadra fortunata ad averlo? E' la Imbal Carton Prevalle, squadra bresciana di C2. 
Questa era la storia di Matiàs Chahab, un giocatore che probabilmente senza regolamenti strani avremmo ammirato in Serie A per molti anni, ma che invece ha dovuto accontentarsi di fare l'osteopata.

Di seguito riportiamo le sue straordinarie cifre:
7.789 punti in carriera (6.473 in C2, 1316 in D)
344 partite giocate
22.6 media punti in carriera
287 partite con almeno 20 o più punti
53 partite con almeno 30 o più punti
11 partite con almeno 40 o più punti
2 partite con almeno 50 o più punti (in C2)

Alessandro Palermo