Sidigas ed il tiro da tre: l'arma in più che diventa handicap

E' la principale discriminante tra vittorie e sconfitte degli irpini sia in campionato che in Champions. Green e Leuneen migliori tiratori. Thomas la cartina di tornasole
08.02.2017 15:30 di  Massimo Roca   vedi letture
Fonte: Il Mattino
Sidigas ed il tiro da tre: l'arma in più che diventa handicap

E’ inutile nascondersi. Piaccia o no, l’incidenza nel tiro da tre è una delle discriminanti essenziali tra vittorie e sconfitte. In serie A è un discorso comune a quasi tutte le formazioni. In questo la Sidigas non è un’eccezione. Il match di Pistoia per molti aspetti fa gara a sé. E’ stata una Scandone troppo brutta per essere vera alla luce dei minimi stagionali fatti registrare. Oltre che nel tiro da tre (17,7%), record negativi stagionali in campionato anche nel tiro da due (42,9%), nei punti realizzati (59) e nella valutazione di squadra (56). Il dato del tiro da tre fa il paio con quello dell’andata (4/16) a testimoniare anche la lettura difensiva della gara di coach Esposito tutta focalizzata sul perimetro della Sidigas. Il tiro da tre resta decisivo in casa biancoverde a prescindere dalla gara del Pala Carrara. Le prestazioni deficitarie nel tiro pesante sono state spesso accompagnate da un risultato negativo. Pochissime le eccezioni in questo senso come la vittoria nel match di andata contro Pistoia o la vittoria casalinga in Champions con il Mega Leks. Nel primo caso il 4/16 di Ragland e compagni vide come contraltare l’1/9 dei toscani, mentre nel secondo caso il 5/20 avellinese, non distanziò dall’8/25 dei serbi. Tra le serate nere al tiro quella nel match casalingo con il Mornar Bar resta il punto più basso: 5/38 pari al 13,2%. L’importanza del tiro da tre è anche nell’utilizzo che se ne fa. La Sidigas fa registrare in campionato il 38,8%: è terza, appaiata con Venezia, in una graduatoria capeggiata da Milano (41,4%) a testimoniare l’importanza, anche al vertice, di questo fondamentale. Si tratta del secondo dato di sempre della Scandone in serie A dopo il 39,4% con cui chiuse la stagione 2003/04. Avellino mette a segno 9,7 triple a partita (è il dato più alto da quando è in A) tirando 24,9 volte da tre (il secondo dato di sempre dopo i 25,6 tiri a partita del 2013-14). Le conclusioni da tre corrispondono 41,3% del totale tiri dal campo. Tutte le anti-Milano hanno peraltro una forte vocazione perimetrale: un uso maggiore è proprio di Sassari (45,8% del totale tiri), Venezia (41,9%) e Reggio Emilia (41,5%). Andando ad analizzare le statistiche delle vittorie e delle sconfitte in campionato è il tiro da tre a rappresentare la principale discriminante tra vittorie e sconfitte. Si passa dal 41% medio nelle 12 vittorie al 34,2% nelle 6 sconfitte. E’ un dato peraltro in linea con quanto accade in tutta la serie A. Il divario tra la percentuale da tre in caso di vittoria e di sconfitta è più ampio in altre piazze. In questo Cremona (+15,6%), Brescia (+14,1%) e Trento (+14) sono al vertice. La Sidigas, con un differenziale di +6,8%, è ottava in una graduatoria chiusa da Torino, l’unica in serie A che fa registrare una percentuale media da tre punti migliore nelle sconfitte che nelle vittorie. Il miglior tiratore da tre di Avellino in campionato è Marques Green. Il suo attuale 46,7% (35/75) è il suo miglior rendimento avellinese di sempre ed il secondo della sua carriera italiana dopo il 47,6 della parentesi milanese. Thomas è secondo con 45,5% (30/66). E’ proprio il tiro dell’ala americana ad essere la cartina di tornasole: si passa infatti dal 51% nelle vittorie al 26,7% nelle sconfitte. Discorso diverso per Ragland. Il play ha messo a segno più triple di tutti: 41 in campionato e 30 in Champions ed ha un rendimento praticamente uniforme. Randolph invece tira meglio nelle sconfitte (37,1%) che nelle vittorie (41,2%), ma su di lui le valutazioni vanno fatte sul numero di tentativi spesso rifiutati per prediligere altre soluzioni. Anche in Champions League la Sidigas ha costruito le sue sicurezze sulle percentuali da oltre l’arco. Il miglior tiratore è Leunen (41,7%). L’avvio è stato con il botto: prestazioni oltre il 40% nelle prime tre gare. Percentuali di alto profilo anche nei due match con Tenerife. Il 45,5% (10/22) in Spagna è stata la percentuale più alta in Europa contro il 56% (14/25) fatto registrare in campionato contro Capo d’Orlando. La differenza di rendimento tra vittorie e sconfitte è ancora più netta in Champions che in campionato: 37,1% contro il 28,8%.