NBA pronti al via: il Western Conference Preview

28.10.2013 09:14 di  Umberto De Santis   vedi letture
NBA pronti al via: il Western Conference Preview

Sembra incomprensibile oggi, ma solo un anno fa  Lakers erano i favoriti per vincere la Western Conference.  OKC aveva scioccamente spedito James Harden a Houston, l’invecchiamento Spurs era evidente, le superstars Howard e Nash facevano squadra con Bryant e Gasol. A distanza di un anno il disastro della stagione 2012-13 per i Lakers continuerà nella campagna 2013-14, Howard ha portato il suo talento a Houston e Bryant deve recuperare da una brutta rottura del tendine d'Achille. Gli Spurs - che hanno quasi vinto il campionato NBA 2013 - sono presumibilmente un anno più anziani, ma pare ci abbiano spiegato che è meglio non sottovalutarli. I Thunder devono farci capire i risultati della cessione di Harden e devono riavere in campo la stella Westbrook. Poi gli emergenti: Clippers, Grizzlies, Nuggets che hanno cambiato allenatori, benché ognuna di loro abbia vinto almeno 56 partite la scorsa stagione. Cioè la Western Conference è un castello all’aria, dove le gerarchie si dovranno reinventare e sono troppi i favoriti per il titolo.

Los Angeles Clippers : Chi ha mai pensato che i Clippers potrebbero essere squadra da titolo? Questo si potrebbe essere il loro anno buono. Gli arrivi estivi di Dudley, JJ Redick, Collison, Mullens e Jamison rivelano astuzia e chiarezza d’idee e gli regalano forse il roster più profondo della NBA,p r giunta messo nelle mani dell’head coach Doc Rivers (uno dei soli quattro allenatori attivi con un anello)! Un mix shakerato che va ad aggiungersi  a quelli che già ci sono: il miglior playmaker della NBA Chris Paul, uno dei migliori attaccanti come Blake Griffin, un centro di enorme presenza come DEAndre Jordan e quello che forse sarà il miglior sesto uomo della NBA,  Jamal Crawford.  Basterà per sconfiggere la nomea di eterni perdenti?

San Antonio Spurs: Ggli Spurs devono rispondere a un finale emozionante ma devastante nel 2013. Hanno avuto gli Heat nelle proprie mani in gara 6 e hanno buttato via partita e serie. Il punto di forza sarà aver mantenuto l’ossatura del roster, al quale hanno aggiunto Marco Belinelli, e Duncan sembra non invecchiare mai. Di contro c’è la crescita esponenziale di altre franchigie a dire che questo gruppo non basta più.

Oklahoma City Thunder: la panchina potrebbe essere troppo debole per meritarsi un altro run Finals NBA. Questo anche se Durant è ancora il secondo miglior giocatore di basket del mondo e Russell Westbrook è ancora una delle migliori guardie della NBA, ma dalla salute un po’ incerta.

Houston Rockets: Ogni volta che c’è di mezzo Dwight Howard, è difficile prevedere fino a che punto la sua squadra andrà. Un motivato Howard si può prendere per le finali NBA. Ma uno immotivato è capace di affondare l'intero franchise e il capo allenatore. Detto questo, le condizioni attuali ci fanno propendere per la prima soluzione. Harden e Howard sono i due giocatori top-1O e la scorsa stagione i Rockets hanno fatto sorprendentemente i playoff in una Western Conference molto dura. Tuttavia lasciano pensare negativo i due punti apparentemente deboli della squadra: si può davvero vincere un campionato in cui la guardia punto di partenza è Jeremy Lin e il forward è Greg Smith?

Memphis Grizzlies: I Grizzlies hanno avuto la loro migliore stagione - di gran lunga - nel 2012-13: 56 vittorie e un ruolo importante nelle Finals della Western Conference. Così che cosa hanno fatto? Non ha rinnovato il contratto di head coach a Lionel Hollins preferendogli  l’ assistente allenatore Joerger: mossa giusta o meno, solo la stagione ce lo dirà. Però hanno mantenuto il roster ….

Golden State Warriors: Pur vincendo 10 partite in meno di stagione regolare, i Warriors hanno battuto i Nuggets nei playoff e questa estate hanno aggiunto ad un roster già talentuoso Iguodala, il veterano Marreese e la guardia Toney Douglas. Se il centrone australiano Andrew Bogut, David Lee e la star della squadra Stephen Curry dovessero mantenersi in buona salute, beh il quintetto potrebbe essere la rivelazione dell’anno.

Denver Nuggets: Solo cinque squadre nella storia della NBA hanno perso i playoff l'anno dopo aver vinto 57 partite, e nonostante abbia perso i suoi due migliori difensori (Andre Iguodala e corey Brewer) e senza Gallinari fino a gennaio,  i Nuggets hanno abbastanza talento per fare i playoff per la il 11 ° stagione consecutiva - seconda striscia più lunga della NBA dopo gli Spurs.  I limiti? Un allenatore esordiente, Foye al posto di Iguodala, una certa debolezza nel reparto lunghi.

Minnesota Timberwolves: Un’altra da 57 partite in RS è stata proprio Minnesota. cChe è rimasta temibile con quel quartetto fatto da Rubio, Love, Derrick Williams e Pekovic, in grado di abttere qualsiasi squadra della NBA almeno per una serata. Di contro c’è la cattiva gestione degli infortuni, che è la caratteristica più micidiale dell’ultimo decennio dei T’Wolves.  

Dallas Mavericks: Estate poco entusiasmante, a livello di mercato,  per la franchigia texana e afrebbero molto rumore se riuscissero a centrare i playoff. Motivi di ottimismo sono l’aggiunta di  Jose Calderon, Devin Harris e Monta Ellis, che dà un dinamismo sconosciuto lo scorso anno e se Dirk Nowitzki a 35 anni continuasse a non invecchiare… il limite è che per il secondo anno di fila il roster è troppo schiacciato sulla figura del tedesco.

New Orleans Pelicans: si dovrà verificare se con le acquisizioni aggressive di Jrue Holiday e Tyreke Evans, combinate con  la crescita di Anthony Davis e la possibilità che Eric Gordon infili una stagione tranquilla in fatto di salute (51 gare in due stagioni): senza pezzi grossi la partita non si svanga.

Portland Trail Blazers: non è stato facile risollevarsi dal doppio disastro Oden/Roy, ma adesso i Blazers hanno messo insieme una bella squadra giovane con opzioni interessanti come il Rookie of the Year Damian Lillard e l’impressionante LaMarcus Aldridge. Le novità Robin Lopez e Mo Williams dovrebbero aiutare la crescita del gruppo, che sembra carente due volte in panchina: come roster e come capocoach: il loro allenatore è Terry Stotts (carriera 148-217).

Los Angeles Lakers: Non nascondiamoci: i traguardi dei Lakers nel 2014 dipendono troppo dalla guarigione di Bryant; in sua assenza molto sarà chiesto a Meeks e Young, e non sarà la stessa cosa. Di buono c’è che a Los Angeles ci sono ancora Steve Nash, Pau Gasol e Chris Kaman. Inoltre, coach Mike D'Antoni ha avuto un training camp sufficientemente completo per insegnare il suo verbo, il suo ampio sistema offensivo aperto . Ma Nash è 39, Gasol è 33, Kaman è 31 e Bryant è 35 e la profondità di panchina Lakers lascia molto a desiderare.

Sacramento Kings: i Kings vengono da sette anni di Draft senza successo, e quest’anno tocca a Ben McLemore. Si cambierà l’inerzia? Il nuovo proprietario Vivek Ranadive ha assicurato che rimarranno a Sacramento e ciò dovrebbe portare stabilità alla società per i prossimi anni. E con D'Alessandro e il nuovo capo allenatore Mike Malone il gruppo è in buone mani.

Utah Jazz: Consapevole di  essere una squadra mediocre la dirigenza ha cercato nuove strade; ciò non pagherà nell’immediato avendo ceduto i migliori Millsap e Al Jefferson per poco o nulla. Ma in prospettiva Draft 2014 e un buon lavoro su giovani come Enes Kanter, Derrick Favors, Alec Burks e Gordon Hayward potrebbe dare prospettive interessanti .

Phoenix Suns: la ricostruzione dei Suns è talmente radicale che si fatica a comporre il quintetto base! Ciò la rende probabilmente la più favorita per il prossimo draft, ma intanto bisognerà far crescere quell’Alex Len che è arrivato quest’anno come quinta scelta assoluta, insieme ai fratelli Morris (Marcus e Markieff): una dura front line. Ma il resto parla di carenze su tutti i fronti…