NBA Eastern Conference: ma ci abbiamo preso con le previsioni di inizio stagione?

18.04.2014 10:16 di Umberto De Santis   vedi letture
NBA Eastern Conference: ma ci abbiamo preso con le previsioni di inizio stagione?

A chiacchiere siamo tutti bravi, come a fare previsioni: esercizio da Bar Sport che evapora ma lascia un alone di intenditore al sapientone che le fa. Poi finisce la stagione regolare e uno si chiede "Ci avrò preso?" Di solito è un esercizio che non fa nessuno, andare a vedere cosa si era pontificato a suo tempo. Qualche topica l'abbiamo presa pure noi, Toronto prima nell'Atlantic ci ha sorpreso.

Miami Heat: secondi assoluti a Est, Oden avevamo scritto non importante, Wade chissà se avrà riposato le ginocchia a pezzi. Il Three-Peat è il collante della squadra, la finale annunciata di Conference è contro Indiana, tutte le opzioni sono possibili perché James ha fatto di tutto e di più ma non potrà essere sempre il salvatore della baracca.

Chicago Bulls: imprevedibile il nuovo stop di Rose, ma la dirigenza ha tirato fuori un Augustin dal cilindro inatteso. Noah è il vero leader di un gruppo che non ha però il talento e il tocco decisivo per arrivare in fondo.

Indiana Pacers: hanno confermato le previsioni, migliorando il record della stagione precedente nonostante il calo nell’ultimo mese, e installandosi al numero uno del tabellone dell’Est. Granger? talmente utile il suo ritorno da essere scambiato.

Brroklyn Nets: scommessa vinta a metà. I favoritissimi sulla carta hanno avuto molte difficoltà a ingranare, con infortuni a raffica dei grandi vecchi. Fallito il titolo divisionale che sembrava facile da conseguire, c'è un cammino nei playoff oscuro da inquadrare. Non godono di alcun pronostico favorevole a meno che Pierce e Garnett escano allo scoperto.

New York Knicks: le domande erano quanto valgono i play senza Kidd? Bargnani e World Peace cosa aggiungeranno? La risposta è in una stagione anonima senza leadership in campo (Anthony è solo uno che gioca da solo) e senza difesa. Per diversi motivi i due nuovi sono finiti fuori dai giochi.

Detroit Pistons: tutte le scommesse di Dumars sono state perdute anche perché Cheeks preferisce la versione tonnellaggio con Monroe, Drummond e Smith in campo ai più tecnici Billups e Datome. Ma senza tiro da tre non si vince.

Cleveland Cavaliers: Bennett, una delusione. Mentre il Waiters che avevamo segnalato è andato bene, però ci sono problemi di convivenza con Irving e i playoff sono stati mancati ancora una volta.

Washington Wizards: avevamo sottolineato la grande potenzialità del gruppo con Beal e Gortat. La squadra è tosta, Wall è a posto: centrati playoff e ci si attende qualcosa in più.

Atlanta Hawks: effettivamente Millsap e Korver hanno dato qualcosa in più al gruppo, centrando un posto per la post-season. Ma rimangono sempre l’unica squadra nella griglia ad esserci arrivati con un record negativo (38-44).

Milwaukee Bucks: al di sotto di tutte le attese. Arrivare ai playoff non solo era difficile in partenza, ma così male (15-67 ultimi assoluti) non era immaginabile.

Toronto Raptors: qui abbiamo toppato. E’ vero che avevamo scritto che sarebbero dovuti esplodere due giocatori come DeRozan e Valanciunas, ma ceduto Gay hanno realizzato la miglior stagione regolare della storia della franchigia, mentre noi li vedevamo in tanking.

Orlando Magic: Oladipo, Vucevic e Harris si sono rivelati pedine fondamentali per il futuro, ora Draft e mercato per riprendersi  dal 13esimo posto a Est.

Charlotte Bobcats: l’asse Walker-Jefferson funziona, la squadra va ai playoff per la gioia di Michael Jordan e con molti margini di miglioramento.

Boston Celtics: passato l’entusiasmo per il nuovo coach Stevens sono venuti fuori i limiti di gioventù e di talento del gruppo che Ainge ha spinto verso il basso in chiave draft e free agency della prossima estate. Se rimane Rondo con la crescita di Olynyk e Green il marchio ha un appeal interessante per portare nuovi giocatori vincenti al TD Garden. Il miracolo erano i playoff…

Philadelphia Sixers: qualcuno deve pur arrivare ultimo, si è scritto. Penultimi (19-63) perché i Bucks non hanno mollato l’osso. Noel non s’è visto, ma nemmeno Holiday del resto. Turner è stato ceduto, tutto da rifare.