La vendetta di Kevin Durant

20.06.2017 19:32 di Alessandro Palermo   vedi letture
La vendetta di Kevin Durant

21 GIUGNO 2012
LeBron James
conquista il suo primo anello, con la maglia dei Miami Heat addosso, è il secondo titolo NBA della franchigia della Florida. Lo fa insieme ai compagni Dwyane Wade e Chris Bosh, con i quali "Il Prescelto" forma l'ennesimo trio dei sogni nella storia della Lega, denominato "The Big Three". A quel super team si arresero gli Oklahoma City Thunder di Kevin Durant, Russell Westbrook e James Harden. Tre nomi che, oggi, messi nella stessa squadra, farebbero paura soltanto ad essere pronunciati insieme. Un trio frizzante e divertente ma anche giovane quanto inesperto. Risultato? Disfatta OKC, trionfo Miami per 4 a 1. Quelle del 2012 sono le prime Finals per Durant, che coincidono però con la prima vera grande delusione della sua carriera. Dall'altra parte del campo, invece, c'è il primo successo di King James, dopo aver perso entrambe le finali alle quali aveva partecipato nel 2007 e nel 2011, rispettivamente con le maglie di Cleveland e Miami.

13 GIUGNO 2017
Cinque anni dopo gli scenari si invertono: disfatta per LeBron, trionfo per "KD". In questo caso la storia la conosciamo tutti molto bene, essendo particolarmente recente. Settimana scorsa Kevin Durant conquista il suo primo titolo NBA, battendo 4 a 1 i Cleveland Cavaliers. Un successo che per il numero "35" sa tanto di rivalsa, cinque anni dopo quella tremenda delusione consumata all'AmericanAirlines Arena di Miami. Nel 2012 la stella emergente Durant non fu ancora pronta a spodestare il "King" della NBA, diventato tale dopo il primo ed il secondo anello, conquistati consecutivamente nel 2012 e nel 2013. Nel doppio confronto Durant-James ci sono anche altre analogie, che abbiamo scritto in questo articolo (link), su tutte il percorso analogo che ha portato entrambi al primo grande successo personale. Durant è arrivato all'anello 5 anni dopo le sue prime Finals, proprio come LeBron, che nel 2007 subì la batosta dai San Antonio Spurs, sconfitto 4 a 0 con la sua Cleveland. Entrambi, per arrivare al primo titolo della loro carriera, hanno dovuto soffrire, venendo umiliati con un passivo molto pesante. Nel 2012, come detto, fu proprio LeBron ad infliggere la punizione a "KD", con un secco 4 a 1. Oggi, cinque anni dopo, è Durant ad infliggerla a LeBron, sempre per 4 a 1.

OGGI
Settimana scorsa Durant ha festeggiato il suo primo titolo, vincendo con una squadra (i Golden State Warriors) altrettanto discussa e chiacchierata come fu la Miami di James, Wade e Bosh. In entrambe le situazioni è stata criticata la scelta di una stella (Durant in questo caso, James nel 2010) di trasferirsi in una franchigia molto più competitiva, per conquistare gloria e anello, che difficilmente sarebbero arrivati con le rispettive squadre. Entrambi i giocatori hanno scelto la strada più semplice, venendo "martellati" dalla stampa e dal parere dei tifosi. Per 'Bron prima e per "KD" poi, non è stato affatto semplice affrontare la nuova avventura, dovendosi scontrare giorno dopo giorno, settimana dopo settimana contro critiche sempre più feroci. Anzi, in questo è stato più bravo Durant (o più fortunato) a vincere al primo colpo, senza entrare in un vortice ancor più malvagio come accadde invece a LeBron, che insieme al suo super team venne sconfitto nel 2011 dai meno quotati Dallas Mavericks. Durant, a differenza, del primo James di Miami è andato molto più forte delle critiche, senza sottovalutare nessun avversario, nonostante la consapevolezza (e la fortuna appunto) di trovarsi all'interno di una squadra perfetta, fortissima. Anche perché, aggiungiamo noi, sottovalutare i Mavericks di Dirk Nowitzki e Jason Terry era abbastanza comprensibile. E non lo diciamo per difendere il nostro pupillo di Akron (ecco, lo abbiamo ammesso) ma perché quella versione di Dallas non è minimamente paragonabile ai Cavaliers di oggi, un roster che risulta davvero impossibile da sottovalutare, per quanto Golden State fosse più forte.

IERI
La vita però ci insegna che tutte le sconfitte sono costruttive, figuriamoci quelle sportive. Quelle Finals del 2012 sono state fondamentali per Durant, probabilmente senza non sarebbe mai potuto arrivare al titolo. Anche perché quella sconfitta arrivò in maniera davvero molto pesate, dopo l'illusione della vittoria in gara-1. Alla Chesapeake Energy Arena i Thunder vinsero 105 a 94, con 36 punti (12/20 dal campo), 8 rimbalzi e 4 assist di "KD", top scorer dell'incontro. 27 e 11 asisst invece per l'(ex)amico Westbrook. James, quella sera, si fermò soltanto a 30 punti, 9 rimbalzi e 4 assist.

«Pensavo che i Thunder potessero farcela, credevo che gara-1 potesse essere lo snodo cruciale della serie. Speravo vincesse il titolo Durant perché era, ed è tuttora oggi, uno dei giocatori che preferisco di più in assoluto», questo è ciò che ha pensato in quel momento Simone Mazzola, amico e collega del sottoscritto che ha avuto il grande piacere di assistere a quelle Finals. Nel giugno del 2012 Simone ha vissuto le sue prime Finali NBA di sempre, dal vivo, esperienza che ha voluto raccontare tramite la pubblicazione di un libro, "American Dream".

Gara-2 invece fu preda degli Heat, che - per un soffio - vinsero 100 a 96. Quella notte sia LeBron che Kevin andarono a letto con 32 punti sotto al cuscino, ma solo uno dei due ci trovò la vittoria la mattina dopo. La fatina dei denti entrò soltanto nella cameretta di James, lasciando a Durant un pugno di mosche.

«Seguivo i Thunder da un po' di anni - prosegue Simone - e consideravo quel momento come quello giusto, perché quando una squadra arriva alle Finals può sempre essere il momento giusto per vincere. Però da gara-2 in poi ho capito cosa vuol dire l'esperienza, cosa sulla quale Oklahoma non poteva contare. Ingenuamente pensavo che, avendo rotto il ghiaccio in gara-1, la serie potesse essere molto più equilibrata».

Ed, infatti, finì tutto molto presto. I titoli di coda arrivarono già in gara-5, il 21 giugno del 2012: 121 a 106 per Miami, tripla doppia per LeBron da 26 punti, 13 assist e 11 rimbalzi. Ai Thunder invece non bastarono i 38 della coppia Harden-Westbrook (19 a testa) ed i 32 di Durant, al quale vennero fatte pesare particolarmente le 7 palle perse.

«La cosa che mi colpì di più di quella gara-5 - racconta sempre Simone Mazzola - fu il post partita, quando Durant a fine conferenza ringraziò più volte la stampa ed i giornalisti, fu una cosa molto bella, un gesto di classe apprezzato da tutti. Durant quella sera andò via molto cupo, molto triste ma allo stesso tempo aveva anche l'aria serena di chi sapeva di poterlo vincere prima o poi quell'anello. Almeno, questa fu la mia sensazione». E quella vittoria alla fine è arrivata.

5 anni dopo Durant, sempre in una gara-5 di Finale, si è preso la sua vendetta, battendo quello stesso LeBron James che lo consolò nel 2012, immagine che si è ripetuta cinque anni dopo ma con umori completamente opposti. Settimana scorsa Durant ha abbracciato lo sconfitto, quello con il numero 23 sulle spalle, alla sua quinta finale persa su otto, James ha dovuto invece passare lo scettro a quel ragazzo che alzò bandiera bianca il 21 giugno del 2012. Durant ha la sua vendetta, più che su James l'ha avuta su tutti quelli che lo hanno aspramente criticato per un anno intero (e non solo).
 

Focus a cura di Alessandro Palermo,
Ringraziamo Simone Mazzola per il suo preziosissimo contributo sulle Finals del 2012
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