Crisi Galatasaray, Ataman rischia di rimanere solo

E’ un filo sottilissimo ma estremamente resistente quello che unisce le sorti di calcio e basket  nella capitale della Turchia, Istanbul. E al centro di tutto ci sono le sorti del Galatasaray. Le parole di Ergin Ataman di inizio settimana sono quelle della crisi, non altro: «I giocatori sono tutti liberi di andarsene, tranne Arroyo». Cosa sta succedendo in quella che, un tempo, era la casa più d’orata dello sport turco? E qui torna il filo sottilissimo, ma estremamente resistente, che unisce calcio e basket. Il primo come elemento primario, con il presidente Unal Aysal, magnate dell’energia, che investe per Fatih Terim prima, e Roberto Mancini poi. Tornare ai vertici europei come fu nella notte del 17 maggio 2000, quando un rigore di Popescu consegnò proprio a Fatih Terim la Coppa Uefa nella finale di Copenaghen contro l’Arsenal. Arrivano così, tra gli altri, Didier Droga e Wesley Sneijder. Nomi, mancano i fatti. E intanto il basket inizia a tagliare, perché le squadre sono due, ma il bilancio uno solo. Sono segnali? Forse, anzi sicuramente. Perché tutto, d’improvviso, precipita. Calcio. Roberto Mancini lascia il Gala in estate, d’improvviso, perché i presupposti non sono più gli stessi dell’anno prima. Arriva Cesare Prandelli, e in campo le cose vanno sempre peggio. Poi, ecco anche le dimissioni del presidente Unal Aysal. Il 25 ottobre viene eletto il successore, Duygun Yarsurat. I conti non tornano però. Le pecche del calcio travolgono anche il basket. E si arriva alle parole di Ataman, che vorrebbe il suo “dipartimento” autonomo. Come unica speranza di salvezza. Anche perché gli stipendi, di ritardi, ne hanno avuti. Uno sponsor munifico, come per le grandi rivali. Speranze. Intanto, stufo della situazione, Aldemir Furkan ha salutato tutti, accorciando i tempi del suo salto in Nba con i Philadelphia 76ers. E su Zoran Erceg, decisivo nel successo contro la Stella Rossa, ci sarebbe il Real Madrid.