Un basket migliore a caccia di tanti riscatti

Un basket migliore a caccia di tanti riscatti

(Roberto Bernardini) - Quando si vince poco d'importante, dopo un po' di tempo, in ognuno di noi, nasce il "clasico" desiderio di buttare tutti giù dalla torre. Si dirà: "Siamo italiani, è normale!". E' un bel niente quel normale, infatti, ho scritto volontariamente classico con una una c sola, in spagnolo, perché questa è sempre stata una caratteristica, almeno nel  basket, degli amici ispanici. Se vincono scendono tutti in Piazza a festeggiare, se perdono scendono ugualmente tutti in Piazza, ma a protestare. In questo periodo di "gelo generale" in Italia, dove addirittura da certe parti è di moda sventolare il simbolo borbonico, l' europea Spagna sta andando meglio di noi e riesce sempre a darci lezioncine che fanno male al nostro piccolo cuore, a volte fin troppo nostalgico. Ma ci fu il periodo che anche nel basket, come nel calcio (e in altri sport), gli spagnoli dovettero lasciarci il trono e il loro Re complimentarsi con noi! Vincere è bello se poi lo fai a casa dell'avversario è mucho più bello! In Spagna si stanno giocando i Mondiali di Basket, noi li stiamo guardando in poltrona, ma non so perché, mi sento di sbilanciarmi a tal punto da dire che l'ora del riscatto italiano si avvicina, e l'appuntamento sarà per le prossime Olimpiadi. Dal libro dei ricordi, il basket italiano nel 1956 s'offese a morte alla sedicesima Olimpiade di Melbourne: non c'era! Fu una Olimpiade abbastanza fortunata per gli Azzurri, terzo arrivò l' Uruguay e quarta la Francia. L' offesa andava lavata e fu lavata proprio a Roma quattro anni dopo nel 1960. Da lì nacque la riscossa italiana, con la qualificazione, a livello internazionale, al ruolo di potenza di prima fila. Quarti a Roma, quinti a Tokio,  seguì il Messico fino alla storia più recente di facile memoria. Ma veniamo ad oggi. E' obbligatorio fare bene ai prossimi Europei. Questo il dovere. Altra cosa sono le speranze, le possibilità, i conti sulla pelle degli altri. L'importante è crederci, ma  questa volta ci credono loro e noi tifosi della nazionale abbiamo lo stesso dovere senza se e senza ma. Crediamo e basta! Sono discorsi fatti sulla carta, ma sostenuti da convinzioni che nascono da risultati. La squadra italiana è ricca di uomini di classe, una volta che si presenterà con tutti i suoi effettivi, ovviamente parlo con l'aggiunta degli "americani" e probabilmente anche di Hackett, senza essere spocchiosi, l'obiettivo non dovrebbe essere così difficile da raggiungere. Siamo in evoluzione, dobbiamo solo imparare a non farci incutere troppa riverenza quando s'incontreranno certe nazionali. Non ho timore degli altri quanto in noi stessi. Gli Azzurri, si dice a ragione, è soggetta alle "disattenzioni", sarà compito di Pianigiani & C. risolvere la "fazenda". Vorrei concludere ricordando a tanti smemorati che la caduta dell' Impero sovietico, ci ha portato a duellare con tante Nazionali che ai bei tempi, di fatto, non esistevano! E se una volta dovevamo fare i conti con l' Urss e la Jugoslavia, ora è tutto più complicato. In compenso, ogni vittoria ha un doppio valore!