Questi playoff in sette partite che non ci annoiano
Il playoff di finale in sette partite è stato introdotto di recente, nel campionato di serie A: era la stagione 2007-08, ma per diversi anni è stato ritenuto tanto pretenzioso quanto un povero scimmiottamento della NBA, anche perchè c'era di mezzo una squadra che non ha mai concesso più di una vittoria all'avversaria, di volta in volta Roma (2008, 2013 due volte 4-1), Milano (2009,2010 due 4-0, 2012 4-1), Cantù (2011, 4-1).
Ma una volta tramontata la stella della Mens Sana basket incredibilmente dotata di mezzi finanziari eccezionali per il basket italiano (bilanci chiusi con 24 milioni di euro di ricavi, oggi Armani sembra investa appena un terzo nell'Olimpia), e restituito un equilibrio maggiore fra le forze in campo, abbiamo avuto due anni consecutivi in cui siamo arrivati a gara 7. E non ci stiamo per nulla annoiando. Anzi.
Ci aspettiamo un altro record di ascolti televisivi per la partita di venerdì al PalaBigi di Reggio Emilia. Anche ieri sera a Sassari il pathos è stato superiore a qualsiasi aspettativa e vedere nell'arena grandi giocatori spellarsi le mani per portare a casa una vittoria dopo 3 overtimes è un successo che pagherà un dividendo per molto tempo. La qualità poi delle giocate individuali, che siano le triple di un Della Valle o di un Dyson, le schiacciate di un Lawal o di un Polonara per tacere degli altri meritevolissimi protagonisti - ci vorrebbe un post di un chilometro per ringraziarli tutti - è di grandissimo livello.
Lo spettacolo sale insieme all'intensità; il picco di gara 7 tra l'Armani Milano di Banchi e la Montepaschi di Crespi verrà ripetuto dalla Grissin Bon di Menetti e il Banco di Sardegna di Sacchetti anche senza l'ombra del fallimento della società senese che rendeva il tutto abbastanza surreale. Con buona pace di chi si accontentava di una serie in tre partite.