La mamma di tutte le partite

La mamma di tutte le partite

Siamo arrivati all’ultima partita della serie finale! Quali insegnamenti possiamo trarre da queste sfide? Non esiste un sistema vincente.
Sassari gioca una pallacanestro che esalta i singoli che qualche volta azzardano soluzioni al limite della follia, mentre Reggio Emilia gioca una pallacanestro sobria e corale.
I sardi forzano le soluzioni perimetrali (non solo da tre) anche se ultimamente usano molto il post alto Brooks o il centro in post basso Lawal, gli emiliani muovono la palla e cercano soluzioni organizzate.
Reggio ha un playmaker panda Cinciarini, al contrario Sassari schiera guardie che neanche lontanamente si avvicinano a un regista.
La Grissin Bon non forza quasi mai, invece Sassari fa delle forzature la sua caratteristica, nel bene e nel male.
La velocità di Sassari contempla solo la modalità veloce, mentre Reggio Emilia riesce ad alternare il gioco ragionato a quello in velocità.
Tutte e due vanno in transizione: una delle poche caratteristiche in comune.
Il Banco di Sardegna schiera per lunghissimi periodi solo giocatori stranieri, al contrario Reggio spesso gioca con 3/4 italiani (Silins lo considero italiano).
Tutte e due per molti minuti scelgono quintetti con centri non molto alti ma dinamici per aprire il campo.
La Grissin Bon, in questa serie, con la zona 3-2 adattata sta creando molte difficoltà ai sardi che di rimando raddoppiano sempre il portatore di palla con il centro forzando innumerevoli palle perse alle guardie di Reggio.
La difesa, e qui vado contro corrente, è buona per entrambe. Sassari vince con la difesa aggressiva anche se qualche volta subisce canestri facili dentro l’area. Reggio Emilia argina la foga degli isolani con una zona adattata molto interessante (prima di questa finale sembrava proibita dal regolamento).
Gli allenatori, al di là del look molto diverso, uno in cravatta l’altro in tuta, sono molto simili nell’approccio sereno alla partita e anche nel dopo partita: mai una parola fuori dal seminato.
Caratteristica di entrambi i club gli impianti indecorosi per una serie finale.
Solo una brevissima nota per gli arbitri: la generazione di Stefano Cazzaro e soci era molto più serena negli arbitraggi, prendetene nota cari fischietti!

Giocatori decisivi: per Reggio tutti nessuno escluso compreso il fisioterapista, per Sassari Lawal “signore degli anelli” e Sanders per la sua forza straordinaria. Logan e Dyson non so come collocarli.
Il pubblico fin qui è stato bravissimo e mi auguro che chiunque vinca venga applaudito da tutto il palazzo. Un applauso a entrambe le tifoserie! Ma adesso non deludeteci.
Azzardo il pronostico: Sassari ha visto l’inferno ed è riuscito con i suoi atipici giocatori a venirne fuori, che sia il segno del destino?
La serie è stata la degna conclusione di una stagione fantastica di entrambe le squadre e soltanto chi limiterà gli errori potrà fregiarsi del titolo di campione d’Italia.
Per noi amanti del gioco è stata una riconciliazione con la “Pallacanestro”.
 
Buona Pallacanestro a tutti

Carlo Fabbricatore