Datome, eroe solitario: secondo ko per l' Italia

Datome, eroe solitario: secondo ko per l' Italia

(Mario Arceri) - Ci sono squadre contro le quali la tradizione ha un peso decisivo. La Slovenia, ma anche la Croazia contro la quale (2001 ad Antalya, 2005 a Podgorica, 2013 a Lubiana, ora, a meno di un miracolo lunedì contro la Spagna o di un impensabile harakiri della Grecia) l'Italia è puntualmente andata a sbattere nel match determinante. Del resto, non si può battere una corazzata contando solo su un incursore di provati valore e affidabilità. Il basket è gioco di squadra, Luigi Datome può segnare, conquistare rimbalzi, recuperare palloni, essere protagonista di una prova di assoluta qualità, ma se è solo a cantare e dover pure portare la croce, il destino è segnato.

Del resto, l'Italia è questa...

Se le assenze avevano fatto stringere la squadra in un gruppo compatto, coeso, determinato, alla lunga, superata la prima fase di rodaggio, quando è cominciata a crescere la pressione, i limiti di numero prima ancora che tecnici (purtroppo esistenti) sono emersi inesorabili: sarebbero serviti i centimetri (Bargnani, Gigli, Mamcinelli), sarebbe servita un'alternativa in regìa in grado di dare ritmo, pressione e punti (Hackett), per non parlare di un "top player" come Gallinari che avrebbe reso l'Italia squadra da titolo europeo. Pianigiani ha fatto miracoli, come i suoi giocatori a Capodistria, ora gli capita sempre più spesso di voltarsi verso la panchina a cercare quello che non c'è.

S'intende che, ancora, niente è perduto. L'obiettivo rimane la qualificazione per i quarti di finale, ma servono una vittoria contro la Spagna o, in alternativa - come già detto -, una sconfitta della Grecia. Sulla carta è così, ma le cose restano difficili perché, a fianco dell'incredibile Europeo che, da vero capitano, sta disputando Datome (ieri 24 punti, 7 rimbalzi e due palle recuperate, 3/5 da tre, 5/6 da due, 5/5 dalla lunetta) nonostante il dolore alla caviglia che si porta dietro, si registra purtroppo il calo fisico e tecnico di tutti gli altri, da Belinelli tornato a reggere due soli tempi, a Cinciarini senza che Diener divenga determinante come è stato - tra gli altri - il suo avversario Draper (ex play di Veroli in LegaDue!) per la Croazia, a Gentile oggi praticamente nullo così come, purtroppo, Melli obbligando Cusin a straordinari che non sono nelle sue possibilità soprattutto se di fronte ha torri come Tomic e Zoric.

Eppure, una volta di più, come già contro la Slovenia, resta l'amaro di un'impresa sfumata. La chiave probabilmente è tutta lì: nel numero contato di giocatori (ne abbiamo impiegati otto, Rosselli è stato in campo per pochi secondi, Poeta, VItali e Magro sempre in panchina) che Pianigiani ha mescolato cercando di mantenere quell'equilibrio tra difesa e attacco che per due tempi ci hanno consentito di guardare dall'alto la Croazia raggiungendo perfino il +13 ma dopo soli 14' (26-13): troppo presto, utile comunque per ritardare fino al 24' il ricongiungimento (43-43) prima di beccarci uno 0-14 (9-26 il parziale di tempo) con le triple di Bogdanovic e Simon e le incursioni di Ukic decisivo per la sconfitta azzurra.

L'Italia è scesa fino al 49-64 (al 33') prima che iniziasse lo show di Datome (12 punti senza errore) e prima che Aradori (otto punti) tornasse a trovare la via del canestro. Ma ha avuto zero da tutti gli altri a parte i soli tre punti di Cusin e soprattutto non ha più dato la sensazione - merito ovviamente anche della difesa della Croazia uscita meglio disposta dal riposo lungo - di poter gestire l'attacco con armonica efficacia e soluzioni distribuite tra tutti. E la stessa difesa, per stringersi sotto canestro ed evitare la quantità di regali concessi alla Slovenia due giorni fa sotto forma di palle vaganti e secondi tiri, ha lasciato spazio ai tiratori avversari.

Nonostante questo, ha recuperato in quattro eccellenti minuti fino al 66-70 (17-6 il parziale) del 37', facendo scottare il pallone nelle mani croate, ma infine sprecando quel fantastico sforzo con errori in attacco e senza trovare la minima benevolenza da parte degli arbitri (disastroso il livello), come era già successo due giorni fa.

E' mancata una spalla adeguata in attacco a Datome visto che stavolta Gentile si è fermato a zero punti senza peraltro fozare il tiro, evitando anzi proprio di tirare (quattro soli tentativi), come del resto Belinelli dopo un ottimo avvìo scomparendo nella seconda metà di gara, ed è mancata una regìa più attenta (bene con Diener, però troppo falloso, lasciando a Cinciarini la gestione degli ultimi decisivi e negativi minuti, così come era stato all'inizio del terzo periodo).

Sembra evidente il calo atletico e di concentrazione degli azzurri (le due cose vanno di pari passo), ed è preoccupante quando manca ancora una partita decisiva, lunedì, ed altre tre la prossima settimana se dovessimo accedere ai quarti, fondamentali per centrare l'obiettivo di qualificazione ai Mondiali del prossimo anno (e la partecipazione diretta agli Europei del 2015 in Ucraina), da guadagnarsi sul campo visto che, in caso contrario, non potrebbe bastare nemmeno il milione di euro che costerebbe la wild card: ce ne sono quattro, ma fuori dai giochi sono già Russia, Turchia, Germania, ed anche Cina e Brasile, che offrono alla Fiba requisiti economici e appeal politici e sociali ben più appetibili di quelli che potrebbe mettere sul piatto l'Italia.

Tutto dipende dai confronti di lunedì, mentre la Croazia ha già centrato l'obiettivo dei quarti insieme, nell'altro girone, a Serbia, Lituania, Francia e Lettonia se domani batte il Belgio e l'Ucraina cede alla Lituania, altrimenti andrà avanti la squadra di Kiev, allenata da Mike Fratello.