Cara pallacanestro....come rinnovarti?

Sport e business con Chris D'Orso a Bologna
Fonte: Carlo Fabbricatore
Chris D'Orso
Chris D'Orso

Cara Pallacanestro, hai bisogno di innovazioni e di aperture al mondo esterno  altrimenti gli imprenditori non hanno interesse a entrare in un business che non ha connessioni. Il basketball è lo sport innovativo per antonomasia ma ultimamente quali proposte sono degne di nota? In Italia e in Europa lo sport vive nell’equivoco di federazioni che gestiscono squadre professionistiche e questo non aiuta la sua crescita perché si vincola il risultato sportivo al successo economico. 
Ieri ho partecipato a un convegno presso l’Università Bologna Business School con relatori qualificati come Chris D’Orso degli Orlando Magic, Giorgio Prodi docente e ricercatore economia applicata e Maurizio Mazzeri di Toyota.  
I molti giovani presenti, anche non appassionati del nostro sport ma studenti di economia, nell’Aula Magna sono un risultato tangibile per dimostrare che lo Sport crea interesse per le nuove generazioni non solo come attività ludica ma anche come business. 
Premetto che il “sistema” NBA è difficilmente mutuabile in toto nel  “piccolo” mondo rappresentato dal nostro campionato ma un interscambio di esperienze e attività non può che migliorare la qualità del nostro prodotto.
Emblematica la continua sottolineatura di Chris D’Orso sul fatto che gli Orlando, da due anni fra le peggiori squadre della Lega,  producono un fatturato  di gran lunga superiore a quello di molte franchigie arrivate nei play off. Focus sull’evento, l’emozionalità dei clienti (tifosi) e l’unicità dell’esperienza. Business e sport incarnano   la filosofia dello sport americano. La totale condivisione delle strategie commerciali della NBA fa la differenza e l’ospite statunitense ha rimarcato più volte l’importanza di un commissioner esterno, quindi autonomo, nella gestione della Lega. L’NBA dà grande importanza al marketing globale e ha un team di professionisti che interagiscono con gli esperti delle singole squadre.  Questa è la NBA, una Lega coesa che vuole perseguire gli stessi interessi: arene piene, clienti-tifosi soddisfatti e qualità del prodotto. Una mamma, un papà e due ragazzini sorridenti che indossano la t-shirt del proprio club (merchandising) sono la fotografia NBA.
Mazzieri di Toyota e Giorgio Prodi hanno sottolineato la necessità, per attirare imprenditori, di avere chiarezza sui bilanci e regole certe da rispettare. La programmazione per coinvolgere nuove realtà è necessaria ma purtroppo il titolo sportivo (retrocessione) spesso non permette pianificazioni a lungo termine.
Purtroppo il campionato italiano non ha né le risorse economiche né le potenzialità per poter imitare l’esperienza NBA. Credo che solo la Euroleague con le sue grandi Arene e i suoi grandi bacini d’utenza possa pensare di ricreare, con l’adattamento europeo, la formula della lega americana.
Qualità del prodotto (partite) e soddisfazione del cliente (tifoso) sono fondamentali per salvare un movimento che purtroppo è agonizzante. Riflettiamo  sul fatto che solo il brand Armani è di spessore internazionale.
Il campionato di serie A professionistico non deve formare giocatori italiani ma deve offrire possibilità di fare utili. Per un istante immergiamoci nella realtà statunitense dove i College formano i giocatori (leghe minori e settori giovanili in Italia) e la NBA è composta da franchigie che basano la loro stagione sul raggiungimento di utili di bilancio e possibilmente risultati sportivi. Non credo sia più possibile mescolare realtà professionistiche con realtà dilettantistiche,  nostro malgrado De Coubertin è diventato anacronistico nel professionismo attuale.
Si è parlato anche di giustizia autonoma, gestita da un uomo forte condiviso da tutti i club e qui secondo me si sfonda una porta già spalancata perché gli interessi delle squadre devono essere tutelati da regole certe e pene immediate.  Le squadre della serie A devono avere una struttura arbitrale gestita in modo autonomo per diminuire le polemiche sulle designazioni e sugli arbitraggi.
 LNP presente con molti dirigenti, assenti invece moltre altre figure istituzionali del nostro sport … Possibile che tutti  ma proprio tutti, fossero impossibilitati a raggiungere Bologna? 
Tra i presenti in ordine sparso e mi scuso se dimentico qualche amico, Michelini, Crovetti, Villalta, Bonamico, Facchini, Del Moro, Cecere (Museo del Basket), Ragazzi (RCS).