A Brasile Grecia Turchia e Finlandia le wild card. Fuori Russia e Cina

Fonte: www.marioarceri.it
A Brasile Grecia Turchia e Finlandia le wild card. Fuori Russia e Cina

Se voleva sorprendere, la Fiba c'è riuscita. Fuori Cina e Russia, dentro Brasile, Grecia, Turchia e Finlandia, Scontatissime le prime due, gettonata la terza, un'autentica sorpresa la quarta, una nazionale che ha un background di nessun rilievo pur essendo in fase di crescita tecnica, che nel ranking mondiale è al 39° posto (diciotto posizioni più in basso dell'Italia), mentre le altre tre per lo meno hanno tradizioni più o meno recentemente consolidate e si posizionano tra le prime dieci al mondo.

Nel comunicato diramato dalla Fiba si legge che le wild card sono state assegnate per assicurare alla World Cup il miglior livello tecnico possibile e questo probabilmente è costato il posto a Russia (precipitata davvero in basso) e a Cina (fatta fuori nonostante il suo enorme potenziale umano), e che nelle ultime tre edizioni del Mondiale, 11 delle 12 wild cards sono state assegnate a squadre presenti tra le prime 24 del ranking. Quest'anno la prima eccezione, con la Finlandia....

Ecco perchè nelle parole di Patrick Baumann:

"La Grecia è una potenza del basket mondiale e questa era la prima volta che chiedeva una wild card; il Brasile è giunto ai quarti di finale a Londra e ospiterà nel 2016 i Giochi Olimpici; la Turchia è medaglia d'argento uscente ed è una presenza costante ai più alti livelli internazionali". 

E la Finlandia? "La Finlandia (pur essendo al 39° posto nel ranking, nda) ha impressionato agli Europei in Slovenia battendo quattro tra le migliori quindici squadre al mondo, concludendo l'Europeo al nono posto. E i suoi tifosi garantiranno una massiccia presenza in Spagna alle gare della propria nazionale".

Da segnalare che nel 2006 le wild cards andarono a Italia, Serbia, Turchia e Portorico, nel 2010 a Germania, Lituania, Russia e Libano. La Turchia, quindi, se ne avvale per la seconda volta, ma un'azienda turca, la Beko, è main sponsor della Fiba (così come della Serie A italiana, peraltro).

La Fiba ha ricordato i criteri che dovrebbero aver determinato le scelte, compresa la parte economica: una "donazione" volontaria (ma si partiva da un minimo di un milione di franchi svizzeri), sulla carta a fondo perduto non essendo precisata la possibilità di restituzione, da investire per lo sviluppo del 3x3 e del basket femminile.

Evidentemente due colossi come Russia e Cina che pure, per l'immenso mercato (quasi due miliardi di persone) e per l'indubbio interesse che nei due Paesi esiste per la pallacanestro, avrebbero dovuto far gola agli sponsor della Fiba, così come alle agenzie turistiche spagnole, hanno avuto il braccio corto nel definire la cifra da versare, facendosi superare da Paesi ben più generosi (Grecia e Finlandia, a questo punto), mentre per Turchia e Brasile si è tenuto correttamente conto di aspetti oggettivamente più interessanti: i turchi hanno ceduto solo agli Usa nell'ultima edizione del Mondiale, il Brasile ospiterà i Giochi e la Fiba ha tutto l'interesse di mantenere alta l'attenzione per la propria disciplina nel Paese sudamericano.

L'epilogo rende ancora più amara la rinuncia dell'Italia a prendere parte all'asta. Eticamente corretto il rifiuto del presidente federale, Giovanni Petrucci, in un momento di grave sofferenza economica del Paese, decisamente discutibile il sistema adottato dalla Fiba nel far prevalere l'aspetto finanziario su quello sportivo. Agli ultimi Europei, l'Italia si è piazzata all'ottavo posto, prima delle escluse, la Finlandia al nono, la Grecia all'undicesimo, la Turchia addirittura al ventiduesimo.

In archivio anche quest'ultima rappresentazione della Fiba (in tutti i sensi: dalla prossima edizione, la qualificazione sarà specifica, come per il calcio), attendiamo lunedì di conoscere i gironi di qualificazione per gli Europei del prossimo anno: l'Italia è prima testa di serie. Gli Europei si giocheranno in Ucraina confidando che diciotto mesi siano sufficienti per riportare pace e serenità in una terra sconvolta dalla guerra civile.

Mario Arceri