Milano, PalaAJ fermo? Colpa dell'impresa

La Asl accusa: «Censito male l'amianto, gestito male cantiere e burocrazia: ritardi di legge»
Fonte: La Gazzetta dello Sport -Lombardia-
Milano, PalaAJ fermo? Colpa dell'impresa

II nuovo PalaAj doveva essere pronto. Ma è ancora un inutile buco tra le macerie, un inno all'Italia che non sa più portare avanti un cantiere in tempi certi. Neppure quando sembra facile, quando i soldi ci sono e la volontà politica pure come nel caso di Milano e di quello che era il Palalido.

Burocrazia Che ci fosse amianto nella struttura era noto. E il suo smaltimento fu calcolato nei costi e tempi di esecuzione dei lavori. Quel che non era stato calcolato era la possibilità di trovare altri manufatti contaminati e poi persino materiali di risulta frutto di ristrutturazioni precedenti - che invece di essere smaltiti erano stati occultati in un sottoscala. Per questo il Comune di Milano e Milano-Sport hanno presentato denuncia contro ignoti (e ci piacerebbe sapere chi sta indagando, se sta indagando, visto che non è difficilissimo risalire gli archivi) ma nel terreno e negli scavi sono saltate fuori altre tracce di materiale contaminato.

Accuse Ad allungare i tempi avrebbe inciso anche la burocrazia, ovvero l'approvazione, non ancora arrivata, secondo Impregilo, dall'Asl di Milano del piano di rimozione dell'amianto predisposto dalla stessa Impregilo. Elena Colombo, Dirigente Medico Responsabile Asl, fa il punto alla Gazzetta: «La ristrutturazione del Palalido è partita a fine 2011 con la bonifica di alcuni manufatti presenti nelle strutture, nel corso dei lavori sono stati rinvenuti materiali contenenti amianto e fibre vetrose artificiali non censiti in precedenza per i quali è stato necessario integrare i piani di lavoro e presentarne di nuovi. Dall'inizio dei lavori a tutt'oggi, il cantiere è stato controllato da personale ASL del Servizio di Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro dell'Unità Operativa del Distretto 2 competente: tutte le attività relative sono seguite da una squadra dedicata di 4 operatori (tre tecnici della prevenzione e un'assistente sanitaria). Nel 2012 e 2013 vi sono stati ulteriori ritrovamenti di materiale contenente amianto e, più recentemente, il ritrovamento di un serbatoio interrato e di terreno contaminato per cui è stato necessario coinvolgere l’ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambiente, ndr). La valutazione delle modalità operative delle imprese, in tale complessa situazione, ha comportato un deciso allungamento dei tempi di lavoro».

Errori Ma quando i lavori potranno davvero riprendere? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Cantoni, direttore del Dipartimento di Prevenzione Medica di ASL Milano che risponde con un'accusa: «L'impegno è stato molto oneroso: più di 30 sopralluoghi cui vanno aggiunti i numerosi incontri con le imprese per indirizzarle verso corrette procedure di bonifica. Tale impegno è stato messo in atto per evitare dispersioni di fibre di amianto, a salvaguardia sia dei lavoratori che dei residenti. L'inadeguatezza del censimento ad opera di proprietari e gestori del sito, oltre alla sottostima da parte delle imprese esecutrici , ha dilatato i tempi di lavorazione. Aspetto che la ditta ci mandi l'ulteriore piano di caratterizzazione del terreno che poi dovrà essere esaminato da noi e da Arpa. I ritardi non sono dovuti a noi. In ogni caso ci sono procedure da rispettare». Insomma, la soluzione pare ancora lontana.

Luca Bergamin