Freddezza e lucidità, le armi di Siena

La Montepaschi dovrà invertire e superare nuovamente lo scoglio del fattore campo a sfavore
Fonte: Corriere di Siena
Freddezza e lucidità, le armi di Siena

SIENA - Una squadra superlativa. Testa e cuore. Consapevolezza dei propri mezzi e capacità di controllo della gara e delle emozioni. La Mens Sana è stata eccezionale riuscendo ad espugnare il palazzetto di Masnago nella decisiva gara7, proprio come aveva fatto con Milano. Sotto i colpi senesi sono caduti prima la grande favorita per lo scudetto Armani Milano e poi la squadra che aveva vinta la regular season, forse il team più quadrato dell'intera serie A e con un talento immenso se pensiamo ai canestri realizzati in questa serie di semifinale dai vari Ere (autore di canestri dalla lunga distanza spettacolari), Banks, Dunston, Mike Green. Eppure la Mens Sana ha avuto qualche cosa in più. Ha subito la fisicità, la classe ed il talento di Varese, ma in tutta la serie ha sempre trovato il modo di reagire. Ha vinto quasi in scioltezza gara 1 e poi la gara 3 in casa, ha trionfato con carattere straordinario in gara 4 e anche nelle tre sconfitte è sempre arrivata ad un passo dal successo. La serata di gara 7 poteva rappresentare una batosta, soprattutto dal punto di vista psicologico. E invece, come sempre è avvenuto quest'anno, nelle difficoltà è venuta fuori la faccia migliore di Siena. Nonostante un'accoglienza non raccomandabile e nonostante un tifo assordante dei tifosi di Varese la Montepaschi ha avuto il pallino della gara in mano sin dal primo quarto. La Cimberio ha provato a piazzare la solita immediata accelerazione, ma questa volta non ci è riuscita. Bravo Banchi a puntare su Benjamin Ortner, una scelta che ha dato importanti frutti. Bravo anche a far ruotare praticamente tutti gli uomini a sua disposizione. Bravo ad imbrigliare l'attacco varesino. In attacco poi i punti sono arrivati con i sontuosi Hackett, Brown e Moss. La guardia azzurra è ormai divenuta un giocatore di livello assoluto: le sue accelerazioni in penetrazioni che lo portano talvolta persino a schiacciare sono devastanti soprattutto per l'animo delle formazioni avversarie. Brown ha giocato con intelligenza tattica e cestistica, limitando i palloni persi (appena 2 in 31 minuti sul parquet) e mantenendo freddezza e lucidità per i tiri liberi decisivi. Quella freddezza e lucidità non mantenuta invece dai giocatori di Varese, specie da quel Sakota che era stato l'uomo del successo della Cimberio in gara 6 e che invece ha reagito in maniera non raccomandabile sul finire di partita due sere fa in Lombardia. Moss ha trovato una grande gara sì, a differenza di quanto era avvenuto due sere prima. La sua prestanza fisica e la sicurezza con cui gioca sono due pilastri su cui si basa questa Mens Sana. E non dimentichiamoci di Tomas Ress, "l'ultimo samurai" che a dispetto di una condizione fisica non ottimale ha regalato una schiacciata che entra di diritto nelle azioni più belle dell'intero playoff e poi ha giocato e si è fatto trovare a rimbalzo con la naturalezza di chi ha già disputato decine e decine di partite tanto importanti. Resta l'ultima sfida. Sarà contro una Roma data per morta con troppo anticipo. E' un'altra squadra fisica ed atletica, con un centro che può essere dominante (Lawal) e con giocatori che hanno tanti punti nelle mani (l'mvp del campionato Datome, Goss, Taylor). Ancora una volta la Montepaschi dovrà invertire e superare lo scoglio del fattore campo, ancora a proprio sfavore. Dopo mesi di sconfitte rimediate in campionato lontano dal PalaEstra Siena è rinata, vincendo a Milano e due volte a Varese che in un intero anno aveva perso in casa soltanto una volta. Entrambi i team sono carichi a mille. Che vinca il migliore. Con la speranza che questa sfida porti con sé minori polemiche extracestistiche rispetto a quanto purtroppo è avvenuto con Milano prima e con Varese poi.