Trapani Ivan Morgillo all’Improving Summer Camp

Fonte: Ufficio Stampa Pallacanestro Trapani
Trapani Ivan Morgillo all’Improving Summer Camp
© foto di Foto di Giuseppe Di Salvo

Prima giornata e prime fatiche per il pivot della Pallacanestro Trapani Ivan Morgillo all’Improving Summer Camp di Caorle, in provincia di Venezia, dove quarantotto tra i migliori under 21 di Dna, Dnb e Dnc sosterranno una settimana d’allenamenti sotto lo sguardo attento del Settore Squadre Nazionali. Un camp che rappresenta un modo per monitorare tutti i campionati ed evitare che anche un solo giovane talento rimanga nascosto in un angolo remoto d’Italia. Dai quarantotto selezionati per Caorle, verrà fuori un nucleo di dodici che parteciperà ad una tournée in Cina.

 

Ivan, che ti aspetti da quest’esperienza?

“E’ una settimana di lavoro che arriva al termine della stagione. Naturale che tutti abbiamo le gambe un po’ pesanti e che la stanchezza si faccia sentire. Però ho molto entusiasmo: sono sempre portato a pensare che un’avventura del genere dà anche la possibilità di divertirsi. Non bisogna mai dimenticare che giocare a pallacanestro è un gran divertimento. Vivere quest’esperienza solo come un lavoro toglierebbe il senso di giocare a pallacanestro”.

Sotto sotto, speri di essere selezionato tra i dodici che andranno in Cina?

“E chi non ci spera? Oltre alla soddisfazione di essere selezionato nei migliori, ci sarebbe l’opportunità di visitare un angolo del mondo che non necessariamente nella vita devi progettare di vedere. In America prima o poi ci vai; non è detto, invece, che una mattina ti alzi e proponi ai tuoi amici: ‘Andiamo in Cina a fare una gita?’. In ogni modo, se non dovesse arrivare questa convocazione, potrei fare più contenti i miei genitori, dandomi qualche esame all’università (è iscritto in ingegneria aerospaziale, ndr)”.

 

E’ trascorsa una stagione a Trapani. Cosa ti ha lasciato?

“Se mi rivedo all’inizio, ripenso a tutte le difficoltà della prima esperienza lontano da Napoli, la mia città. E alle difficoltà causate da un impatto fisico molto duro con il livello diverso nel quale mi sono trovato. Ma ho giocato in una piazza importante, con una passione enorme e un pubblico straordinario, in una società organizzata ed efficiente. In più, ho avuto minuti pesanti in gare di grande spessore. Rimane il rammarico per avere gettato al vento l’opportunità di arrivare secondi in stagione regolare e avere così il fattore campo a favore almeno fino alla semifinale. Ma non siamo stati sufficientemente cinici in alcune gare fondamentali”.

Spalla a spalla, gomito a gomito, ogni giorno, con Luca Ianes. Hai preso in allenamento tante botte: quanto ti hanno aiutato a migliorare?

“Tantissimo. Luca è un esempio. In tutto l’anno, se togliamo un brevissimo stop per un problema muscolare, non ha mai saltato un allenamento. Da quando gioco in prima squadra, sono abituato ad avere un durissimo rivale in allenamento, ogni giorno. E’ naturale che, salendo di livello ne trovassi uno dello spessore di Ianes. Sul parquet non molla niente, ha una carica agonistica eccezionale. Io sono più calmo e non potrò stravolgermi: ma ho sicuramente attinto molti insegnamenti dal suo modo di vivere la pallacanestro”.