Coach Bocchino sulla Finale U19: “A Udine difese sugli scudi, ma chi ha più talento si gioca lo scudetto”

Fonte: Ufficio Stampa Fip
Antonio Bocchino
Antonio Bocchino

 Presente alla Finale Nazionale DNG il coach della nazionale Under 16 Antonio Bocchino ha tracciato un bilancio della prima tre giorni di gare di scena a Udine. Oltre a sottolineare la grande intensità mostrata dalle squadre protagoniste della manifestazione, l'allenatore azzurro ha speso delle parole d'elogio per gli azzurrini classe '95, nel recente passato da lui allenati e ora sotto osservazione per la nazionale Under 18 di Andrea Capobianco.

Coach Bocchino, è terminata la prima fase della Finale Nazionale Under 19 Eccellenza. C'è un trend che ha potuto riscontrare negli incontri visionati in questa tre giorni di Udine?
È stata una prima fase all'insegna di una grande intensità che tutte le squadre mettono sul parquet. Alcuni incontri sono terminate punto a punto, mentre in altre il punteggio è stato molto netto. Non sempre però si sono espressi dei valori tecnici importanti.

In molti incontri si è palesato un dominio delle difese. Che lettura dà a questa tendenza?
È vero, sia a livello individuale che di squadra c'è una grande attenzione alla difesa. Una difesa forte e fatta con intensità, che inevitabilmente ha rallentato i meccanismi offensivi delle squadre. In alcuni casi ho osservato delle carenze tecniche e sono state poco sfruttate le situazioni a campo aperto. Tutto ciò ha influito sulla spettacolarità di alcune partite, ma penso che le squadre che hanno più talento nella mani alla fine saranno quelle che arriveranno a giocarsi lo scudetto.

Ha tratto indicazioni utili da condividere con coach Capobianco?
Qui a Udine c'è un gruppo di ragazzi classe '95 che ho avuto il piacere di allenare due anni fa e che con me hanno fatto un'esperienza importante (Europei in Repubblica Ceca, ndr). Vedo che quel gruppo è cresciuto, sia tecnicamente sia fisicamente. Bisognerà confrontare la loro crescita con i pari età che incontreranno quest'anno.

Della sua selezione qui ci sono due ragazzi che, pur sotto età, stanno dimostrando di potersela giocare alla pari.
Sì, sia Savoldelli (Comark Bergamo) sia La Torre (Stella Azzurra) sono dei classe '97 che stanno ben figurando contro dei ragazzi di anche tre anni più grandi. Non stanno facendo vedere il gap della carta d'identità e sono protagonisti nelle loro squadre.

Sta parlando con i giocatori in questi giorni?
Assolutamente no. Non c'è la volontà di creare intromissioni in una settimana in cui i ragazzi devono pensare solo alla loro squadra. Ma c'è una grande educazione da parte di tutti i giocatori da me allenati, che mi hanno salutato e che ho avuto il piacere di rivedere.