Milano e la panca che scotta, impazza il toto-allenatore per chiudere un digiuno che dura da 17 anni

È caccia all'erede di Rubini e D'Antoni per tornare grande. Molti i nomi che circolano per guidare la squadra più titolata d'Italia, eccone pregi e difetti
Fonte: QS
Il deludente ex staff Olimpia
Il deludente ex staff Olimpia
© foto di Foto Savino Paolella

Con la prematura eliminazione ai quarti di finale dei playoff e una stagione finita addirittura il 22 maggio, non può che concentrarsi sul futuro l'Olimpia Milano, anche se ancora per circa un mese saremo nel pieno della stagione 2012-2013. Così impazza il toto-allenatore per quella che è una delle panchine più ambite, ma anche con più aspettative, della serie A. Quella che si concluderà a breve sarà dunque la 17esima stagione consecutiva in cui l'Olimpia non ha portato a casa neanche un trofeo, ormai sembra una maledizione. Ma poter sedere su quella panchina che negli anni d'oro è stata occupata da Rubini, Peterson, Casalini, D'Antoni e anche Tanjevic mantiene comunque il suo grande fascino. Ed essere il coach che dopo tanti anni riporta una vittoria a Milano porterebbe direttamente nella storia. Sono tantissimi i nomi che sono stati accostati in questi giorni alla panchina milanese ognuno con qualche pregio e difetto che proviamo ad analizzare. SIMONE PIANIGIANI: è il coach della Nazionale e ha dimostrato con Siena di poter gestire un ciclo vincente. Alla prima esperienza lontano da casa ha però fallito lasciando il Fenerbahce a metà stagione (la squadra non si è comunque ripresa venendo eliminata al primo turno dei playoff turchi). Petrucci lo vorrebbe "full time", ma il contratto dovrebbe essere adattato. Milano per altro ha già sperimentato con Scariolo l'arrivo di un coach a preparazione già iniziata causa impegni con la Nazionale. FRANK VITUCCI: ha dato alla sua Varese un gioco spumeggiante e divertente che l'ha condotta al primo posto in regular season. Sicuramente riporterebbe Milano a innamorarsi del basket, ma bisognerà attendere ancora un po' per iniziare a formalizzare l'offerta, ora è giustamente concentrato sui playoff. Di fatto che non abbia mai allenato una grande squadra conta poco. ANDREA TRINCHIERI: sarebbe il ritorno del figliol prodigo. Cresciuto come coach nelle "minors" milanesi, ha poi fatto la trafila nelle giovanili Olimpia divenendo anche l'assistente della serie A fino al 2003. Poi ha iniziato la sua rincorsa dalla B1 a Cremona fino all'ottimo quadriennio con Cantù. Anche per lui, però, bisognerà aspettare un po' visti i playoff (in cui ha fatto l'ennesimo colpaccio) in corso. ZELIMIR OBRADOVIC: se si vuole vincere con il coach che ha vinto 8 Euroleghe nella sua carriera si va sul sicuro. Il problema è che Obradovic non si accontenta di vincere in Italia, vuole farlo anche in Europa. Richiede budget altissimi, molto più dei 20 milioni spesi quest'anno. Sembra molto difficile che l'Olimpia possa stanziarli. DUSAN IVKOVIC: sarebbe affascinante perché la sua ultima impresa è stata due anni quella di aver portato l'Olympiacos sul tetto d'Europa dando forza e convinzione a una squadra che sembrava spacciata, anche a 70 anni. Sia lui che Obradovic sembrano in prima fila per la panchina del Fenerbahce. JASMIN REPESA: uno scudetto al Forum l'ha vinto, ma da avversario con la Fortitudo nel 2005. Nell'ultima stagione ha fatto male a Malaga, ma è un "sergente di ferro" come richiede la piazza e a lavorare con i giovani come Gentile e Melli ha già dimostrato di saperci fare alla grande. Adesso forse è ancora troppo presto, la società sta iniziando il suo giro di orizzonti, per chi sarà il nuovo condottiero biancorosso bisognerà aspettare almeno la metà di giugno, se non più avanti.
 

Sandro Pugliese