Parlano gli ex di Milano sulla ricostruzione dell' Olimpia firmata Armani

«EA7, serve uno alla Messina» I grandi ex: «Un big in panchina e non solo: ci vuole un dirigente a tempo pieno»
Fonte: La Gazzetta dello Sport ed. Lombardia
Roberto Premier
Roberto Premier

Con il saluto a Sergio Scariolo è ufficialmente iniziata la ricostruzione dell'Olimpia Milano. Una squadra che dovrà ricominciare praticamente da zero, ma con la buona notizia del rinnovato impegno del gruppo Armani. Facile a dirsi, un po' meno da mettere in pratica. E allora ecco le tre priorità assolute di sei personaggi che con l'Olimpia hanno un legame molto particolare. Vertice, play e coach «La prima cosa a cui pensare, è un dirigente plenipotenziario e che possa occuparsi della società e della squadra per 24 ore al giorno 7 giorni su 7 - afferma coach Franco Casalini, l'ultimo a portare Milano sul tetto d'Europa -. Da qui poi le scelte arrivano di conseguenza, ma non possono certamente prescindere da un allenatore di grande carisma e da un playmaker di grande personalità e rilevanza europea». Da un coach all'altro, con il parere di Sandro Gamba, che punta dritto alla guida tecnica: «Cercherei di portare a Milano un allenatore alla Messina, meglio se proprio lui. Questo perché è uno dei pochi che, oltre ad allenare, sa ancora insegnare a giocare. Il secondo aspetto riguarda la leadership: ci vogliono giocatori di grande carisma e personalità, soprattutto per stare a galla nei momenti brutti. Il terzo aspetto: bisogna costruire una squadra con grande attitudine e identità difensiva. Senza quello, i campionati non si vincono». Valerio Bianchini è l'unico ad aver allenato tutte e tre le lombarde, Milano compresa: «Per prima cosa - commenta - dividerei la proprietà industriale da quella sportiva. Questo perché aziende e sport corrono su due piani diversi e richiedono competenze diverse. In secondo luogo serve uno staff tecnico di altissimo livello e come terza priorità mi soffermerei sui rapporti con la tifoseria. Occorre diffondere i valori e la tradizione di questa società e fare in modo che gli obiettivi del club siano chiari e condivisi anche con la gente che la segue». Pippo Faina punta sulla «rivoluzione»: «Partendo dal presupposto che stando fuori non è facile prendere delle decisioni e che chi lo sta facendo ora avrà certamente la capacità di fare le scelte giuste, comincerei rimettendo tutto in discussione in qualsiasi settore. Poi sceglierei chi deve decidere e lo lascerei lavorare, cercando anche di recuperare la grandezza d'immagine che l'Olimpia ha sempre avuto e che ora mi pare un po' offuscata». Gli ex giocatori «Innanzitutto -commenta Vittorio Gallinari - cercherei di recuperare lo spirito guerriero che l'Olimpia ha sempre avuto. Sceglierei un allenatore che sia in grado di trasmettere questi valori ai giocatori e a livello di squadra cercherei per prima cosa un grande playmaker, che sia leader e guida nei momenti difficili». Per Roberto Premier, infine, «il primo passo giusto è stato fatto ed è rappresentato dalla continuità che il gruppo Armani continuerà a garantire anche per le prossime stagioni. A questo punto credo si renda necessario un dirigente che si occupi a tempo pieno dell'Olimpia, e questo senza nulla togliere alla gestione di un manager capace come Livio Proli. Penso che la ricostruzione poi debba partire da un allenatore di altissimo livello, anche per riuscire a recuperare competitività in campo europeo».

Flavio Suardi