Sergio Scariolo non è più il coach dell'Olimpia Milano

Finisce dopo due stagioni l'avventura milanese del coach bresciano
24.05.2013 17:00 di Matteo Marrello   vedi letture
Sergio Scariolo
Sergio Scariolo
© foto di Foto di Savino Paolella

Un campionato turbolento, tormentato fatto di molte ombre e poche flebili luci quello della EA7 Emporio Armani Milano che, come già si sapeva, si separa da Sergio Scariolo.

Questo il comunicato ufficiale della società di P.le Lotto:

La Pallacanestro Olimpia EA7 - Emporio Armani Milano e il capoallenatore Sergio Scariolo hanno deciso consensualmente di non proseguire il rapporto in scadenza il 30 giugno 2013. L’Olimpia e il coach si formulano reciprocamente i migliori auguri per il futuro. 

 

Queste le dichiarazioni di Sergio Scariolo che esprimono il rammarico per i mancato raggiungimento dei risultati sperati e ringraziano ugualmente l’Olimpia Milano per la fiducia a lui concessa:

"Quest'anno non abbiamo raggiunto gli obiettivi fissati, e come ho sempre fatto, ci metto la faccia e mi assumo la responsabilità che il mio ruolo comporta. Non so se fosse possibile trovare altre motivazioni per convincere tutti a mettere sempre e comunque l'interesse della squadra davanti a quello individuale: posso assicurare che ci ho provato con tutte le mie forze, ma non ci sono riuscito. Come è evidente a chiunque sia in grado di giudicare con competenza e buona fede, anche le scelte tecniche su cosa fare e non fare in campo sono state fortemente condizionate da questa fragilità mentale, che non siamo mai riusciti a sconfiggere del tutto. E' quindi giusto che ci provi qualcun altro, utilizzando anche l'esperienza di quest'anno e dopo aver apportato le opportune correzioni all'organico.
Abbiamo commesso un grave errore costruendo questa squadra, che è cambiata rispetto all'anno scorso molto più di quanto originariamente avremmo voluto: guardare più al talento offensivo dei giocatori che alla loro compatibilità, e attitudine difensiva. La squadra è risultata fin dall'inizio estremamente carente proprio nei due aspetti del gioco imprescindibili per giocare di squadra e  competere al massimo livello: il passaggio e la qualità difensiva. Già dalla prima amichevole stagionale a Reggio Emilia avevo avvertito questo campanello d'allarme e leggere dopo la prima sconfitta di campionato il giocatore più maturo ed esperto parlare di egoismo, mi aveva preoccupato ancora di più. Speravo che con il lavoro (come sempre successo a tutte le mie squadre) saremmo riusciti a migliorare, ed è fuori da qualsiasi dubbio che la squadra sia cresciuta nel tempo; purtroppo però l'altruismo e la disponibilità al sacrificio difensivo sono stati una specie di abito che siamo riusciti spesso ad indossare, mai una pelle che ci accompagnasse indipendentemente da come questo o quel giocatore riuscisse ad esprimersi in attacco.
Mi dispiace soprattutto per Giorgio Armani e Livio Proli a cui va il mio  ringraziamento per la fiducia e il sostegno ricevuto; e per quei tifosi (la maggior parte, al di là delle apparenze) che non hanno abbandonato la barca nei momenti  difficili e ci hanno sostenuto fino alla fine.
Voglio infine ringraziare lo staff tecnico e medico, e tutti i giocatori per lo sforzo profuso: sono sinceramente convinto che ciascuno di loro, compatibilmente con le proprie caratteristiche professionali e naturali, abbia lavorato con impegno e serietà.
E' stato un onore far parte dell'Olimpia in questi due anni. Ne esco con un po' di tristezza, ma con la convinzione rafforzata che l'unico cammino che porta al successo è avere tutti ben chiaro che il bene della squadra e della società sono infinitamente più importanti di qualunque individuo".