Coach Bucchi tra passato presente e futuro

Una chiacchierata con Piero Bucchi tra aneddoti e progetti futuri.
07.05.2013 19:53 di  Dario Recchia   vedi letture
Piero Bucchi
Piero Bucchi

Piero Bucchi 55 anni bolognese doc esordisce in Serie 1 nel 1997 con Rimini dopo aver conquistato con la stessa società la promozione nella massima serie. Nella stagione 1999-2000 va alla Benetton Treviso dove, in 2 stagioni vince Coppa Italia e Supercoppa italiana. Successivamente approda a Roma per poi passare in quel di Napoli dove, nel 2006 vince, a sorpresa, la sua seconda Coppa Italia. Nel 2008 viene contrattualizzato dalla Olimpia Milano di Giorgio Armani sulla cui prestigiosa panchina porterà a casa 2 finali scudetto contro una  Montepaschi Siena stellare. Viene esonerato nel gennaio 2011 per poi firmare, a giugno dello stesso anno per l’Enel basket Brindisi dove il primo anno vincerà Coppa Italia di Legadue e promozione in LegaA. In questa stagione conquisterà una storica permanenza ed una final eight di Coppa Italia che sa di vero miracolo sportivo. Con Brindisi firma, a stagione in corso, un altro anno di contratto che lo vedrà al timone della società del Presidente Nando Marino anche per la stagione 2013-2014. Lo incontriamo dopo l’ultima fatica di campionato e con lui parliamo della stagione trascorsa e dei propositi per la prossima
 

- Chi è Piero Bucchi fuori dal rettangolo di gioco e quali sono le sue passioni?
«La mia passione è la pallacanestro. Vivo il mio lavoro con passione ed entusiasmo e dedico allo stesso giorno e notte. Nel tempo libero gioco a tennis che mi permette di tenere una buona forma fisica e di scaricare le tensioni del lavoro (ndr.dicono sia una ottima racchetta!!!) e, quando posso, non disdegno andare al cinema a guardare un buon film. Il resto del tempo lo dedico alla mia compagna ed ai figli che tra l’altro stante il mio lavoro in giro per l’Italia fanno enormi sacrifici insieme al sottoscritto».
 

. Quali sono i suoi rimpianti in questo campionato e le cose invece da inserire nell’album dei ricordi?
«E’ stato sicuramente un anno da ricordare per la storica permanenza di Brindisi in LegaA e l’altrettanta storica partecipazione alle final eight di Coppa Italia. Questo grazie al lavoro di tutto lo staff dal Presidente al magazziniere. C’è pero’ il rammarico dell’ultima parte del campionato dove abbiamo sofferto molto la stanchezza mentale del play titolare (Reynolds) non abituato a stare tanto tempo lontano da casa. Senza un giocatore USA da quintetto tutto è diventato piu’ difficile. Peccato davvero!!!».
 

- Chi l’ha impressionata maggiormente nella sua squadra di quest’anno e chi invece ha avuto un rendimento inferiore alla sue aspettative?
«Nella prima parte del campionato mi sono piaciuti tutti i ragazzi. Giocavamo bene ed avevamo trovato anche un buon equilibrio in difesa. Dopo poi sono forse mancate un po’ di motivazioni soprattutto a Reynolds ed abbiamo pagato un calo di forma di Gibson che non si fermava praticamente da un anno».
 

- Cosa le piace di piu’ di Brindisi e cosa invece non ha trovato rispetto ad altre piazze dove ha allenato?
«A Brindisi vi è una passione ed una competenza per il basket come in poche altri posti. Una spinta importante per tutto il movimento E’ un oasi in Italia al pari di piccole città come Siena e Pesaro. Forse, la troppa passione a volte fa vivere male i momenti di difficoltà ed il tifoso a volte va in depressione . Se posso dire una cosa con grande affetto è che consiglio di non abbattersi nei momenti di difficoltà ma di continuare a credere in questa bella realtà che è un fiore all’occhiello di tutta la città».
 

- Qualche giorno fa Santi Puglisi ha ufficialmente dato il suo addio al basket, ci regali un pensiero sull’uomo Puglisi.
«Con Santi feci il mio primo corso da allievo allenatore. Lui mi scelse in un piccolo gruppo di allenatori seguiti dalla Federazione per partecipare a dei clinic e stages.Sono grato a lui perché poi, nel 1984 finii alla Virtus Bologna. Fu per noi un esempio di integrità in quegli anni. In questi 2 anni a Brindisi la sua esperienza mi è molto servita insieme alla sua saggezza ed alla sua sobrietà. Sono orgoglioso di poter dire di essere stato il suo ultimo allenatore»..
 

- Cosa puo’ e deve fare il basket italiano per primeggiare in Europa e cosa devono fare le società e la Federazione per rilanciare i settori giovanili ed avere, di conseguenza, una Nazionale ancora piu’ forte?

«Bisogna riprendere ad investire sul settore giovanile. In questo momento è difficile farlo molto di piu’ rispetto a prima. Sono pero’ convinto che con l’arrivo di Petrucci si potrà fare qualcosa di buono ed anche la Nazionale che è in buone mani ne trarrà giovamento. In tutto questo è imprenscindile la revisione dei regolamenti ed il cambiamento di alcune regole dal momento che il riconoscimento dei parametri per i cartellini dei giocatori non puo’ piu’ bastare alle società».
 

- L’Enel basket Brindisi è una società giovane e che per la prima volta nella sua storia parteciperà per due volte consecutive nel massimo campionato di basket. In cosa deve e puo’ ancora crescere?
«I Dirigenti di Brindisi hanno un grande entusiasmo e tanta passione. La stabilità economica e lo sponsor Enel sono molto importanti per fare basket a certi livelli. E’ una giovane società ma, con l’arrivo del nuovo GM e la fresca riconferma del DS  Nicolai unita alla struttura sana della società si potrà fare bene».
 

- Quale giocatore ti piacerebbe allenare e chi vincerà lo scudetto?
«Un nome su tutti : Gigi Datome. Un giocatore che è cresciuto tantissimo e che forse presto vedremo nella NBA. Per lo scudetto vedo bene Milano che, nonostante un campionato con alti e bassi, ha le carte in regola per arrivare sino in fondo».
 

-Un pregio ed un difetto del coach piu’ vincente della storia cestistica brindisina.
«Un mio pregio è probabilmente la tenacia. Sono molto caparbio nelle mie cose e pretendo sempre un livello di intensità alto nelle cose che faccio. Un difetto??? Forse sono un po’ permaloso ma proprio per colpa dei mie pregi!!!».
 

- Che tipo di squadra ha in mente di fare per la prossima stagione e cosa pensa di promettere ai tifosi brindisini?
«La squadra spesso la fa il mercato ed il budget a disposizione. Non sempre si riesce a prendere il giocatore che hai in cima alla lista. Cercheremo di portare a Brindisi giocatori che abbiano fame e voglia di sbucciarsi le ginocchia. Ai tifosi dico che il primo anno la società mi ha chiesto e la promozione ed è arrivata insieme alla Coppa Italia, quest’anno la salvezza che è stata puntualmente centrata. Il prossimo dovremo consolidare la salvezza ricordando che rispetto allo scorso campionato anche noi avremo un budget inferiore con il quale dovremo fare i conti».
 

Finisce qui la chiacchierata con coach Bucchi persona sempre schietta ma gentile e garbata al tempo stesso. Un allenatore dal profilo basso ma che ama la palestra ed il lavoro duro.Sarà un campionato duro e difficile quello che dovrà affrontare ma l’energia e la determinazione non mancano davvero. Siamo sicuri che dopo qualche giorno di meritato riposo si ritufferà a preparare al meglio la prossima sfida. Alla prossima coach!!!