Villalta: «La Virtus, un onore»

«Ringrazio i soci che mi vogliono presidente. Prima di dire sì voglio chiarire alcune questioni»
Fonte: Il Resto del Carlino
Renato Villalta
Renato Villalta

BOLOGNA – Renato Villalta nuovo presidente della Virtus. Per il momento si tratta solo della proposta che i soci hanno formulato al numero 10 bianconero. Un'offerta che potrebbe diventare concreta nelle prossime ore, quando il presidente della Fondazione, Francesco Bertolini incontrerà Villalta e spiegherà quali sono i motivi che hanno portato la proprietà della V nera a questa decisione. «Ringrazio i soci per la loro fiducia. Sono lusingato e onorato per due diverse motivazioni. La prima è che la Virtus ha fatto tante cose per me e in un certo senso penso di aver sposato una realtà che di fatto da ragazzo mi ha adottato».


La seconda?
«Conosco buona parte degli imprenditori e dei dirigenti che fanno parte della Fondazione e posso dire che nelle loro aziende hanno sempre scelto per il meglio. Questo mi ha spinto a non dare immediatamente la mia disponibilità. Prima voglio capire come stanno le cose».


Perché?
«Mi è stato chiesto di essere un presidente operativo. Se questo significa poter operare, allora questa parola mi trova d'accordo. Se invece mi si chiede un impegno 7 giorni su 7 e 24 ore su 24 ore, per me diventa più difficile rispondere sì. Ho la mia attività che mi permette di ritagliarmi degli spazi, ma non posso abbandonarla».


Questo significa che se le dovesse accettare, in Virtus ci sarebbe una rivoluzione?
«No. Perché credo al merito e se ci sono persone che hanno lavorato bene (Piergiorgio Bottai è stato confermato come responsabile finanziario-economico del club, ndr) non vedo perché non debbano continuare. Il punto non credo sia rifondare quanto costruire insieme. La mia sarebbe una presidenza di garanzia e di indirizzo».


Quale sarebbe la sua prima decisione da presidente?
«Non ne ho la più pallida idea, non avendo ancora parlato con i soci non so quello che a me sarebbe chiesto. L'avvocato Porcili e Dan Peterson mi hanno insegnato una cosa che ritengo molto attuale anche oggi. In una società sportiva ci sono tre squadre. Quella dello staff amministrativo, quella che va in campo e quella che la sostiene sugli spalti. Le cose funzionano se queste tre formazioni giocano per lo stesso obiettivo. A questo deve puntare il presidente della Virtus, chiunque esso sia».

Giovedì sera si è chiusa definitivamente l'era Sabatini. Cosa ne pensa?
«Tutti i tifosi della Virtus devono dire grazie a Claudio per quello che ha fatto. Senza la sua discesa in campo nel 2003 oggi non ci sarebbe un club in serie A. E non ci sarebbe una Fondazione. Posso capire il malcontento per una squadra che non produce i risultati sperati e a anche io a volte non mi sono trovato in sintonia con alcune sue decisioni, ma ha fatto buone cose per la V nera».


Domani sarà all'Unipol Arena?
«No. Ho altri impegni personali a cui non posso rinunciare».


Un budget risicato condizionerebbe la sua scelta?
«No. Stiamo attraversando una crisi economica importante che riguarda tutti gli ambiti. E' da apprezzare chi ancora trova risorse da mettere nel mondo dello sport».

Massimo Selleri