Cantù, coach Trinchieri parla della sfida con la EA7 Milano

«Vincere il derby per creare certezze»
Fonte: Ufficio Stampa Pallacanestro Cantù
Andrea Trinchieri
Andrea Trinchieri

Il coach della Lenovo, Andrea Trinchieri, ha incontrato i giornalisti prima del derby di domenica contro l’EA7 Emporio Armani Milano.

Facciamo un passo indietro. A Reggio Emilia è arrivata un’altra sconfitta in volata. Più deluso o preoccupato?

Se si dice che le difficoltà rafforzano l’intelletto e il lavoro rafforza il corpo siamo fortissimi e intelligentissimi. Abbiamo questa incapacità di essere lucidi nei momenti cruciali. Penso che questo aspetto possa anche derivare da una sorta di preoccupazione dovuta a quello che ci è successo e alle partite già perse. Purtroppo però questa è storia e non possiamo tornare indietro.

Domenica ti attende un’altra partita cruciale.

E’ una gara particolare più che cruciale perché è sempre il derby. E’ vero che qualifica solo per le posizioni 5, 6 o 7 nella griglia dei playoff, ma è il derby e va affrontato con un’iniezione di spirito positivo. E’ una gara in cui dobbiamo dare tutto, sia dal punto di vista fisico sia da quello mentale.

Parli di non lucidità nei momenti chiave. Siamo in dirittura di arrivo, cosa può scattare nella tua squadra per far superare il timore e l’ansia?

In primo luogo credo sia giusto considerare che ci sono degli avversari che fanno qualcosa per metterti in difficoltà. Noi giochiamo due partite: una contro noi stessi, i nostri limiti e i nostri difetti, e una contro un avversario che ovviamente può influire. Cosa possiamo fare? Prima di tutto dobbiamo cercare di non arrivare a un finale punto a punto. Poi serve un’abitudine mentale. Quando tu prendi la maniglia della positività ti aggiudichi anche le partite che non dovresti. Senza tornare alla preistoria, due anni fa, quando abbiamo disputato la finale scudetto, abbiamo vinto tutte le gare punto a punto. Quest’anno invece questo aspetto ci si è un po’ ritorto contro a livello emotivo. Secondo me vincere è la migliore medicina per tutti i mali, specialmente a questo punto della stagione.

E’una gara che, al di là di essere un derby, non mette in palio qualcosa di decisivo.

Non abbiamo le spalle al muro per merito di ciò che abbiamo fatto prima visto che i punti che abbiamo non ce li ha regalati nessuno. Io però decontestualizzerei la partita. E’ vero che sei comunque qualificato ai playoff, ma rimane una sfida con il circoletto rosso intorno.

Il non aver un leader designato può aumentare le vostre difficoltà?

Credo che Pietro quest’anno abbia fatto dei grandi passi in avanti e abbia giocato delle ottime partite. C’è il suo zampino nella vittoria al Forum piuttosto che nel successo interno con Sassari in cui ha preso per mano la squadra nel primo quarto. La parola leader è inflazionata, però penso che Pietro in certe situazioni possa essere il nostro giocatore di riferimento.

Hai detto che Aradori può essere il punto di riferimento. Perché dunque a Reggio è rimasto in panchina negli ultimi minuti?

Solo perché avevo trovato un equilibrio ed ero riuscito a fermare un po’ le loro guardie. Prima dei tre loro rimbalzi di attacco che ci hanno fatto male eravamo riusciti a girare l’inerzia del terzo quarto.


Capitolo mercato. Preferiresti aggiungere un giocatore con caratteristiche di leadership o un elemento che ti aiuti tecnicamente per sistemare quello che non va nella squadra?

Penso che ci serva un giocatore con delle qualità tecniche che possa creare un po’ di indotto offensivo. La nostra difesa, tra alti e bassi, ha sempre retto e difensivamente la squadra ha un linguaggio comune. I nostri principali problemi sono in attacco dove facciamo fatica a sviluppare un’idea di gioco e ad avere delle connessioni. Abbiamo necessità di qualcuno che crei un vantaggio battendo l’uomo e che preoccupi una difesa.

La tua fiducia nelle possibilità di vincere lo scudetto con questa squadra è cambiata?

Credo che vincere lo scudetto in questo momento non possa essere un obiettivo, ma possa essere un’ambizione. E’ sbagliato mettere il carro davanti ai buoi. Noi dobbiamo disputare i playoff facendo meglio di quanto fatto finora e prima ancora dobbiamo affrontare un derby che ci serve per creare delle certezze e che vogliamo vincere per chi ci supporta. Se non hai un sogno ogni giorno sei poca cosa, specie in un ambito in cui la competizione è tutto, ma mettere i pezzi nell’ordine sbagliato è un errore.

Come cambia Milano con Mensah Bonsu?

Credo che Pops dia all’Olimpia una grande pericolosità sui pick and roll, mentre Bourousis la garantiva dentro l’area.

Che impressione ti ha fatto Milano in queste ultime partite?


L’Olimpia resta una serissima candidata allo scudetto perché ha un roster di assoluto valore che ha ulteriormente puntellato. Una formazione che come noi ha vissuto degli alti e dei bassi, ma che è sicuramente ben attrezzata.

A Desio si preannuncia una grande atmosfera.

A questo punto, dopo tutto quello che è successo e che si è detto, vale veramente la pena di supportare questi ragazzi fino in fondo. Di mazzate ne abbiamo prese, adesso è necessario spingerli oltre le difficoltà. E’quello che è successo nella gara contro Montegranaro.