Viola-Assigeco: le interviste

08.04.2013 10:26 di  Luca Mallamaci   vedi letture
Fonte: Il Cittadino di Lodi
Prandin in penetrazione
Prandin in penetrazione

REGGIO CALABRIAAttento e acuto nel gestire l'incredibile andamento di una serata emozionante, Andrea Zanchi arriva sfinito di fronte al taccuino delle interviste. «L'unico neo sono quelle palle perse di troppo nel primo tempo che hanno permesso alla Viola di rientrare limitando il nostro vantaggio: avrebbe dovuto essere più consistente aiutandoci a indirizzare prima e meglio la gara - dice il coach dell'Assigeco -. Bravi comunque i ragazzi nel crederci sempre anche nel supplementare tenendo concentrazione e lucidità con il forte impatto del gioco di squadra: al di là degli episodi credo che abbiamo meritato la vittoria. È una grande prova di maturità, è da tempo che diamo segnali in questo senso: dimostra che il lavoro paga e che pensando prima alla squadra che a se stessi si può andare lontano. Oggi non era semplice, la Viola è una squadra di valore. Il futuro? Con questi risultati e con una classifica così corta non è possibile fare calcoli di alcun tipo: è solo il momento di non far calare la tensione».

Marco Venuto sorride soddisfatto. «I passi avanti fatti negli ultimi tempi sono stati sublimati nella partita con la Viola - afferma il play rossoblu -. È una rivincita per tutti noi, bravi a dare un contributo, anche dal punto di vista della tenuta mentale, per arrivare al risultato. Siamo sempre stati in vantaggio mettendo in campo tanta determinazione nel supplementare. Ora possiamo giocarcela contro tutti, ma i conti li facciamo alla fine».

Francesco Ponticiello ha vissuto intensamente la serata. «C'è delusione per una prestazione non all'altezza - sottolinea il coach della Viola -. Non avremmo bisogno di alibi che spostano l'attenzione dal merito del successo Assigeco e dal nostro demerito di aver perso. Non è possibile però tacere del comportamento degli arbitri, illogico in alcune scelte. La possibilità di vincere? Abbiamo avuto tre occasioni, avremmo dovuto capitalizzarne almeno una, invece le abbiamo sbagliate».

Luca Mallamaci