Trenkwalder, coach Menetti sulla sfida vs Sassari: «La partita più dura dell'anno. Ma vale un qualcosa di storico»

Il tecnico reggiano: "La Trenk è pronta, ma non vorrei che l'ambiente desse troppe cose per scontate domani. Sassari è da Scudetto"
Fonte: www.ilgiornaledireggio.it
Max Menetti
Max Menetti

Un altro mezzogiorno di fuoco.
Un altro matinee che potrebbe rendere storica una stagione da sogno.
La Trenkwalder aspetta il suo pubblico per un'uscita mattutina all'insegna del gioco in velocità, dei 7 seconds or less in versione “italica" e, dulcis in fundo, all'insegna della posta in palio che è altissima.
“Ballano" due punti, ragazzi.
Contro il Banco di Sardegna Sassari - l'interprete italiana dello stile di gioco di cui sopra tanto caro a coach Mike D'Antoni - l'occasione è propizia.
Lo sa Max Menetti, tecnico dei biancorossi reggiani, un po' sorpreso dal fatto che la prevendita è stata fiacca e che in ufficio ci siano ancora 300 biglietti invenduti. Ma non si crucci, coach Max. Lui lo sa che il Bigi è più di “Governo" che di "lotta" e che lo diventa, quest'ultimo, quando c'è da fare a pugni con le grandi riconosciute del nostro campionato. L'aficionado reggiano non ha ancora percepito il fatto che i sardi appartengano, adesso, a questa ristretta elite del basket italiano: «Eppure questi sono seriamente candidati allo Scudetto - analizza il nocchiero della Trenkwalder -. Quella di domani sarà una partita difficilissima perché affrontiamo una grande squadra. Una squadra attrezzata ad andare fino in fondo nei play off e che non fa affatto mistero di puntare al bersaglio grosso, anche inserendo un elemento di estremo talento come Gordon. Ecco, se con Varese era difficile, quella di domani lo è ancora di più. Non so se questo tipo di consapevolezza sia presente in tutti. Non vorrei che si dessero troppe cose per scontate. E' bene stare molto più “sul pezzo", perché se il nome non è tanto altisonante, le prestazioni e la qualità del roster lo sono eccome».
«Come ci presentiamo noi? Benissimo - continua Menetti -. La squadra ha lavorato in modo soddisfacente in settimana e noto da parte di tutti la piena consapevolezza di quanto siamo vicini a qualcosa di storico. Però, il fatto di essere vicini all'obiettivo, non vuol dire averlo centrato. Mancano due punti, e sono pesantissimi. I ragazzi, e questo l'ho notato benissimo, sono estremamente consapevoli dell'importanza della partita di domani. Hanno lavorato con centrazione e molta carica, perché in fondo non abbiamo fatto ancora nulla».
«La partita non so come andrà, ma ripeto, occorre sapere che affrontiamo davvero una grande squadra. Un sistema di gioco accattivante in cui bisogna tenere le “cinture allacciate" per 40'. Essere consapevoli che se mai saremo avanti di 10 punti, sarà come esserne solo di 1, perché Sassari ci mette un secondo a recuperare uno scarto del genere. Travis Diener? E' l'Mvp del campionato. Il giocatore più forte in circolazione, perché al di là del valore del giocatore in sé, che è già altissimo, è capace di innalzare a dismisura quello dei compagni. Se mi aspettavo che Sassari intraprendesse questa traiettoria di così alto livello? Sì nel momento in cui hanno inserito i cugini Diener. Perché nel momento in cui hai in squadra due elementi simili, sei già automaticamente molto competitivo. Poi c'è un gruppo di italiani - penso ai Vannuzzo, Sacchetti, Devecchi - che sublimano il sistema e diventano decisivi spesso e volentieri quando vengono chiamati in causa. Gli avversari tendono a rilassarsi, perché inconsciamente vedono che i migliori giocatori del Banco rifiatano in panchina, e invece sono proprio gli italiani che ti “strozzano". Infine un giocatore come Thorton, con quella classe e la sua esperienza di altissimo livello ha completato il quadro di una squadra che ha veramente tutto per provare a vincere».
«Noi siamo pronti a tutto. Non ci siamo fossilizzati solo sui loro esterni - conclude coach Menetti -. Se vi ricordate, all'andata furono proprio i lunghi a iniziare “il lavoro" e noi quella partita non ce la siamo dimenticata. Ci mancava, Brunner, è vero, ma è ancora ben presente nella nostra memoria».
A un passo dal sogno, si potrebbe dire. E' bene che tutti ne siano consapevoli. I cappelletti possono attendere, domani all'ora di pranzo c'è solo da tifare e trepidare. 

 

Nicola Bonafini