Montepaschi Siena, grazie lo stesso !

Montepaschi Siena, grazie lo stesso !

(Sandro Spinetti) - L’ultimo sbiadito tricolore viene ammainato sul “campo di battaglia” della Champions Europa di basket: Siena perde senza appello a Vitoria (nome sbagliato per un periodo sbagliato per i mensanini), ma merita comunque il nostro applauso.

La Montepaschi è andata (forse) oltre i suoi attuali limiti ed il proprio potenziale e, complice gli infortuni dei “nostri” Ress ed Hackett, la panchina è divenuta troppo corta per guerreggiare su diversi fronti.

Non a caso lo “squillo di tromba"  lo ha fatto vincendo la Coppa Italia con 7 vittorie di fila in Champions che non facevano certo presagire questo mesto addio e iniziando un progressivo declino che l’ha portata fuori dall’Europa ed in difficoltà in Italia.

I risultati fin qui ottenuti non debbono sorprendere e non debbono alimentare critiche: Siena ha fatto forse di più di quello che potenzialmente valeva e forte dell’esperienza dell’intero Gruppo Societario e delle stessa bravura di Banchi, ha “sfruttato” le pecche degli altri per vincere la Coppa, ha capitalizzato il momento di maggior fulgore per sperare in Europa e sta ancora lì, tra coloro che son sospesi, in Campionato.

Tutto questo lo ha ottenuto rivoluzionando il roster, abbassando le pretese di budget, iniziando un nuovo corso che non aveva obiettivi assoluti, ma che ha fatto comunque vedere di che carattere ed orgoglio è permata.

Chiedo a tutti i lettori e soprattutto agli esperti ed agli appassionati: “ Kangur, Sanikidze, Rasic, Janning e Moss (spesso non pervenuto), quale figura fanno al raffronto con Mc Calebb, Kaukenas, Andersen, Lavrinovic, senza contare Stonerook e Thornton ???

Non a caso Ress ed Hackett sono tra i migliori della squadra e forse o senza il forse, sono quelli che deteminano con le loro prove molti risultati o contengono le sconfitte in limiti sempre dignitosi (salvo a Sassari, ma è una superlativa eccezione).

Una cosa mi sento di dire a “valle” della “flessione” di Siena: non è sempre facile miscelare e far parlare “l’esperanto” a tante lingue e dialetti diversi. Ci vuole molto più tempo (per il coach), molta più disponibilità (dei giocatori), molta più pazienza (dell’ambiente e dei tifosi).

Siena ha in seno tutte queste qualità e se gli infortuni risparmieranno la truppa e qualche giocatore capirà che la “paga” va onorata con le ginocchia sbucciate (alla Stonerook per intenderci), non è detto che Siena non possa riaccendere i motori per puntare ad un altro scudetto.

Non sarà facile, ma oltre alla coriacea ed entusiasta Varese e ad una Milano indecifrabile mutevole come un potenziale “camaleonte”, non si vedono altre pretendenti al “trono d’Italia”; pur con grande ammirazione per la piccola, splendida Sassari e la encomiabile ed appassionata Roma.

Nel frattempo che il nostro basket pensi a disegnare le nuove misure e non quelle del campo e delle aree pitturate, delle stupide frecce e del secondi per le rimesse, ma le regole dei campionati, degli eleggibili e dei bilanci.

L’anno che sta trascorrendo è un anno di transizione in attesa di queste Riforma, ma è sempre un anno che sta interessando per la sua incertezza, per l’emersione di nuove realtà, per la crescita di molti Azzurri che sono un viatico che fa ben sperare ed una luce che si è accesa nel momento del maggiore bisogno.

Pr una volta: applausi e non pietre…..

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