Enel basket Brindisi - Trenkwalder Reggio Emilia: la parola ai due allenatori

Sesta sconfitta consecutiva per Brindisi che è ormai in crisi di risultati mentre Reggio Emilia gongola.
30.03.2013 23:56 di  Dario Recchia   vedi letture
Piero Bucchi
Piero Bucchi

Sesta sconfitta consecutiva per l’Enel basket Brindisi che continua il suo periodo no. Una squadra che è solo la copia sbiadita di quella spumeggiante ammirata sino a circa 2 mesi fa e che non riesce piu’ a vincere. Giocatori  calati fisicamente ma anche poca lucidità in tutti e due i settori del campo. Dall’altra parte una Trenkwalder Reggio Emilia sempre lucida e concentrata che, trascinata da un Troy Bell autore di 24 punti venendo dalla panchina, porta a casa un meritato successo sempre in vantaggio per tutto l’incontro. Visibilmente soddisfatto coach Menetti al termine della gara: “Abbiamo disputato una grandissima partita frutto di tanta concentrazione ed applicazione. Siamo partiti con grande intensità e siamo addirittura finiti meglio. Avevamo grande rispetto per Brindisi pur sapendo che loro non erano in un momento positivo ma partire subito in vantaggio ci ha dato maggiore tranquillità”. Lucida analisi del coach di Reggio Emilia che pero’ ama parlare dei suoi giocatori e di 2 in particolar modo. “ Questa sera abbiamo avuto tanto da tutti ma lasciatemi fare una menzione particolare per Bell (finirà con un 8/11 al tiro e 4/4 dalla lunga con 26 di valutazione in 24 minuti di utilizzo) e la buona difesa di Taylor. Ognuno ha portato a casa il suo mattone. Siamo felici per quanto fatto sino ad ora avendo rispettato ampiamente i programmi societari ma pensiamo già a domani perché dopo 24 ore di riposo dobbiamo già pensare al difficile prossimo incontro con Sassari”. Poi coach Menetti prima di lasciare la conferenza stampa ricorda un bell episodio dello scorso anno. “ Su questo stesso parquet l’anno scorso ho ricevuto un importante riconoscimento per la mia carriera uscendo tra gli applausi sentiti dei tifosi di Brindisi. Ci tengo a ricordare questo bellissimo momento che, ad oggi fa si che quell’applauso sia la cosa piu’ bella mai capitata nella mia carriera. Un grazie di cuore a tutti.” Si congeda cosi tra gli applausi dei tanti giornalisti presenti. Bucchi ritarda di qualche minuto la sua presenza con i giornalisti. E’ visibilmente contrariato per quanto accaduto anche stasera e, vedere la curva dei tifosi organizzati, lasciare il proprio posto a piu’ di 5 minuti dal termine e contestare la squadra non deve essere cosa piacevole. . “ Spiace per i tifosi, per me e per noi stessi. Nella pallacanestro pero’ se non segni da 3 non vinci. All’intervallo avevamo 1/14 dalla linea dei 6,75 e nonostante tutto eravamo a meno 6. Sarebbe bastato un modesto 4/14 per essere sopra di 3. I ragazzi pero’ in questo momento non riescono a trasformare quello che producono. Non riescono a ripartire. Non vedo in loro un atteggiamento da menefreghisti ma solo tanta tensione. Basti vedere che, nell’ultimo quarto quando ormai la partita era andata abbiamo messo dentro qualche canestro in piu’ proprio perché c’era meno tensione”. Troppo poco pero’ per una squadra che proprio non riesce a vincere piu’. “Sono incazzato nero. Stanotte non ho neppure dormito, non l’ho fatto perché credo che non ci meritiamo tutto questo dopo le tante cose belle fatte. E’ una situazione mai accaduta prima e non ci sto. Putroppo aver raggiunto troppo presto l’obiettivo finale ha fatto mollare mentalmente qualcuno. Peccato perché gli allenamenti ci sono eppoi invece in partita…..”. Coach magari andrà meglio in trasferta? “ Chissà forse saranno piu’ sereni fuori casa”. Ed a chi gli chiesto della scelta di lasciare Reynolds fuori dallo strating five risponde. “Volevamo dar fiducia a Fultz facendolo partire in quintetto e tenere Reynolds  in panca magari per averlo fresco nel finale. La scelta era mirata anche se poi non è servita”. Sarà una settimana dura e difficile per Brindisi e domani la colomba sarà amara. Urge un immediato cambio di rotta sin da subito per non terminare la stagione dei sogni in un incubo con i tifosi sul sentiero di guerra.