Dinamo Sassari. La parola al presidente Stefano Sardara

Il massimo dirigente sassarese analizza con lucidità il momento della squadra.
Fonte: www.dinamobasket.com
Stefano Sardara
Stefano Sardara

A poche ore dal match giocato a Cremona, con la sana rabbia sportiva che pervade dopo la sconfitta da incanalare sui binari del duro lavoro settimanale e della riscossa da parquet, è il presidente Stefano Sardara a prendere la parola. Il massimo dirigente sassarese analizza con lucidità il momento biancoblu facendo il punto della situazione a cavallo fra recente passato, presente e futuro della Dinamo Banco di Sardegna.

Un passo indietro: la sconfitta di Cremona. Come e perché?

«Siamo arrivati all'appuntamento con le ruote sgonfie, non abbiamo avuto il giusto approccio al match, e questo vale per tutto il team, nessuno escluso. Perché perdere e farlo a Cremona ci può stare, ma è il modo in cui è maturato il ko che non mi è piaciuto. È arrivato il momento di guardarci negli occhi con grande serenità, perché oggettivamente è da due o tre cicli di gare che ci capita di vincere una partita top e perdere quella successiva che sulla carta, e ribadisco solo sulla carta, sembrerebbe essere alla nostra portata. Ci arriviamo scarichi, e questo non deve assolutamente accadere. Ho parlato con i ragazzi nel dopo partita e sono certo che già da Milano ritroveremo il giusto atteggiamento».

Si vince tutti assieme, si perde tutti assieme: non ci sono imputati da condannare o responsabilità da assegnare.

«Assolutamente: ripeto, la sconfitta è figlia dell'atteggiamento di tutti. Quello che non accetto, e che mi è dispiaciuto parecchio è il linciaggio operato nei confronti di Tony Easley, che come tutti gli altri è stato coprotagonista della debacle ma non ne è certamente stato l'artefice. Occorre forse ricordare ancora una volta chi siamo: siamo Sassari, vogliamo essere ambiziosi e non ci tiriamo indietro, ma non sempre siamo in grado di servire aragosta alla nostra tavola. Siamo strutturalmente diversi da altre società, ragioniamo su budget differenti. Da una cosa non possiamo prescindere: dall'entusiasmo, che deve essere sempre al top, nei successi come nei passaggi a vuoto».

Voci di mercato e prospettive?

«Ogni qual volta attorno al nostro roster cominciano ad agitarsi voci di mercato abbiamo un calo di rendimento, è una costante da sottolineare. Noi finiremo la stagione con questi giocatori perché abbiamo una squadra competitiva, e non posso credere ed accettare che uno come Tony Easley, osannato e proclamato quale salvatore della patria la scorsa stagione, ora venga additato come il problema. Tony ha solo bisogno di ritrovare la giusta serenità e per averla deve sentire attorno a sè la fiducia. Io per primo ho voluto dargliela e confermargliela ieri sera dopo la partita ed ora il mio telefonino squilla con la suoneria di “Sweet Home Alabama”».

Aspettative da bilanciare all'effettiva sostanza del presente.

«Lo so che i nostri fans, io per primo se non fossi il presidente lo spererei, si aspettano sempre di più da noi. Ma il nostro obiettivo è in primis dare stabilità alla Dinamo e per poterlo fare abbiamo bisogno di tutti, tifosi per primi, che con il loro sostegno e con le giuste critiche quando lo ritengono, ci danno la benzina quotidiana. Tutto il sistema deve crescere insieme e proporzionalmente. La speranza è di trovarci a disputare partite importanti, quelle che valgono la vittoria di qualcosa, ma quando saranno state pianificate perché coerenti ed adeguate alla effettiva sostanza societaria. Questo non vuol dire che ci tireremo indietro se ci sarà la possibilità, ma non vogliamo costruire un mostro con la testa grande e il corpo esile. In altre parole guardiamo con orgoglio al presente, tenendo però gli occhi sempre puntati al futuro che vogliamo sia per la Dinamo sereno e ricco di soddisfazioni».