Le ultime sul "ballo" della squadra n.20

Le ultime sul "ballo" della squadra n.20

(Enrico Campana) - Uscirà il n.20? E su quale ruota?  Da più parti arrivano nuove informazioni, sulla incredibile vicenda della ventesima squadra della DNA caratterizzata da una serie di fatti a catena che la Fip  ha più subito che causato, a cominciare dal verdetto con cui la Corte Federale ha rovesciato una sua legittima decisione tecnica,  riammettendo un club invisibile, uscito da una fusione. Una fusione che si potrebbe dire virtuale se non fosse che al momento dell’iscrizione ha versato 70 mila euro, e potrebbe deprimere ben quattro piazze (le parti in commedia sono Sant’Arcangelo di Romagna, Rieti, Virtus Siena e Ostuni) e creare un buco nel calendario della DNA.

Oltre al rospo della decisione della Corte Federale, speriamo che il basket non debba ingoiare anche quello delle 19 squadre per una storia che assomiglia a quella dell’Asino di Buridano che morì di fame perché non sapeva scegliere fra le cose diverse che poteva mangiare.

Ricordiamo infatti che la Fip aveva preso una linea precisa: niente campionati zoppi, cioè dispari, e  su questo argomento si era espressa, con tanto di verbale, nell’ultimo consiglio federale, il 14 luglio,  al quale  era presente anche il rappresentante della Lega Dilettanti.

Dunque, il 18 settembre vengono ufficializzati i calendari la cui bozza è pronta da tempo. Il campionato comincia il 30 settembre, meno di due settimane, bisogna programmare le trasferte, i costi in Italia dei trasporti sono pazzeschi,  ma se riesci ad avere per tempo le date ti prenoti in anticipo e risparmi sui treni e gli aerei nel fine settimana. Ci vorrebbe più attenzione, di questi tempi, su questi particolari riguardanti la sostenibilità economica sempre più a rischio. Magari i club non hanno la stessa facoltà di spesa di chi gestisce la macchina, bisognerebbe rovesciare il rapporto, ma ormai è tutto difficile. Ci sono due livelli, chi comanda e chi subisce. Troppo frequente, come nella vita di tutti i giorni, è il ricorso alle carte bollate, il livello di litigiosità si impenna, poi sono arrivati a turbare uno scenario di sport anche i causidici e gli Stranamore tentando di portare il basket alla Guerra dei Roses. Tanto che la Benetton ha salutato gli amici, e va sul sociale come vorrebbe fare il nostro ministro dello sport che però dovrebbe mettere nero su bianco questo suo programma, mentre ha già lasciato via libera alle assemblee elettive delle Federazioni dove, tranne un paio di contese vere, tutto è già deciso in partenza.

E’ il tipico groviglio all’italiana, fra regolamenti applicati in eccesso, la giustizia sportiva “diversamente uguale per tutti”. Gente che si prende un impegno e poi sparisce, la burocrazia che s’è infilata anche in un sistema che essendo sportivo dovrebbe essere veloce. Prendiamo il caso della fusione San’Arcangelo-Rieti che la  Federazione  considera un “trasferimento di sede”. Bene, il codice Fip è rimasto in Romagna,  una società che non esiste più mentre l’iscrizione dovrebbe averla pagata Rieti. Mettiamo l’ipotesi che Rieti non vada in campo, se non si presenta per regolamento dopo 2 partite viene espulsa e la fidejussione restituita salvo una trattenuta risarcitoria (credo di 14 o 16 mila euro). La somma restante, insomma, verrebbe incassata in Romagna!

Spero che la  Lega dilettanti che ha avuto diverse  buone idee, non subisca fino in fondo questo caso e abbia già mandato un proprio ispettore a Sant’Arcangelo e Rieti per dialogare con le rispettive società e porsi come consulente tecnico superpartes.  E farsi mostrare il documento del passaggio di proprietà del club, e i termini dell’accordo. Vi sarà pure un documento legale, o è solo una scrittura privata? E’ vero che l’iscrizione è stata pagata interamente da Rieti, o parzialmente anche da Sant’Arcangelo? E Rieti ha già saldato, o solo in parte, la buonuscita per acquisire i diritti?

Dicono che il contatto non sia facile, il presidente del club cedente sarebbe all’estero per lavoro, e il suo cellulare spento. Alla sede di Sant’Arcangelo sarebbe stato rintracciato il direttore sportivo, che però non può decidere non sapendo i termini dell’accordo.

Al momento, quindi, c’è un gelo…febbrile. Il club è stato trasferito a Rieti, ma dicono: è senza organico giocatori e campo. E la società non rilascia un comunicato di chiarimento. Però hanno versato i 70 mila euro di fidejussione previsto da quest’anno, il diritto è loro. Poi c’è la Virtus Siena che ha chiesto ufficialmente l’iscrizione per essere ripescata, nel caso di due retrocessioni consecutive non si potrebbe, ma di fatto la Fip l’ha abrogata consentendo, a luglio, di ripartire dopo 2 retrocessioni a una  società femminile di Cagliari. Infine c’è Ostuni. Non ha presentato una richiesta, quindi, non dovrebbe avere voce in capitolo. E’ stata esclusa dalla Legadue per inadempienza alle norme amministrative, sarebbe anche in ritardo nei pagamenti di alcuni tesserati della scorsa stagione, e anche dell’allenatore Marcelletti. Fosse così, basterebbe verificare con l’Associazione Giocatori. Ma dicono che stia facendo mercato, e spinta da una bella passione popolare, alimentata anche dai forum, e da un sindaco di centro-sinistra molto appassionato tenta di ripresentarsi sulla scena. Basterebbe una consultazione rapida fra le due Leghe e la Fip, per verificare queste voci, ci vuole tanto a uscire con una posizione chiara? Siamo a un caso-bis della cordata di Treviso, volevano la A-1, hanno strillato e offeso, e si sono accontentati della Promozione… Il basket deve essere attento a non alimentare il mercato delle illusioni, i regolamenti sono fatti per essere applicati, non aggirati e interpretati. Serve una riforma delle regole, per prima cosa un organo tecnico, la Fip, non può essere sconfessata dalla corte federale. Deve avere un’assoluta discrezionalità, non lasciare che i giudici mettano becco su questioni amministrative. E in presenza di frode, abusi di potere, atti fraudolenti ci sono i tribunali amministrativi e le procure. La Fip farebbe bene a dire con chiarezza ai suoi associati quanto costa il comparto affari legali e giustizia sportiva fra parcelle, gettoni e trasferte, una cifra che lievita ogni stagione e sottratta alla promozione e attività giovanile. La Fip, ripeto, deve avere totale discrezionalità su argomenti tecnici, e un ruolo tipo commissioner, per non doversi avvitare su casi che in altri paesi verrebbero risolti in due minuti. Anzi, non diventerebbero nemmeno dei casi applicando in maniera rigorosa (non draconiana!) le norme.

encampana@alice.it

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