Che il basket torni all'agricoltura........

30.06.2012 00:38 di  Sandro Spinetti   vedi letture
Che il basket torni all'agricoltura........
© foto di foto Savino Paolella

L’Italia del calcio è la Nazionale più titolata al Mondo e dimostra come questo nostro Popolo, quando la smette di litigare, è in grado di competere con tutti e di sovvertire qualsiasi difficoltà o momento difficile.

Nel 1982 vincemmo un Mondiale dopo un girone iniziale da eliminazione, poi il crescendo, che l’urlo di Tardelli ha immortalato la vittoria, quindi la spedizione vincente del 2006 sull’onda di calciopoli ed oggi, ancora una volta tra le mille jatture del calcio scommesse, l’Italia finalista in Europa.

Certo, non sempre le ciambelle riescono con il buco e quando cadiamo nella presunzione, che non dovrebbe far parte della nostra cultura, facciamo la “figura sudafricana”.

Quello che stona, sono le iperboli e l’enfasi dei “giornalai”, perché definirli giornalisti è peccato mortale, pronti al "crucifige", ma prontissimi a salire sul carro del vincitore ed anche noi popolo, pronti a strombazzare in piazza ebri per qualche sporadica ora.

La Nazionale di Prandelli ha comunque mostrato chi siamo ed allora, se siamo tra i primi della classe e non solo oggi, perché continuiamo a fare mercato guardando solo all’estero, perché mortifichiamo i nostri giovani relegandoli a comprimari e perché spendiamo milioni di euro ( uan vergogna mondiale) per ubriacarsi con tanti importati ?

La stessa cosa, moltiplicata per 100, vale per la Pallacanestro ed hai voglia di criticare e proporre, di leggere le accuse e lo sfogo di tanti appassionati ed addetti ai lavori e di registrare incassi da “fallimento”, se chi governa è miope, arroccato in se stesso, preso dai propri interessi; non abbiamo speranza.

Da tempo scrivevamo sulle storture del Sistema, sui mali del Movimento, sulla presuntuosità dei Managements, fattori che in 20 anni hanno ingigantito il mercato e mortificato la nascita e la crescita di Tecnici e Giocatori dal colore bianco, rosso e verde.

Di italiano, nel basket, ci sono soprattutto i soldi, troppi soldi, poi ci sono Coach che gestiscono e non insegnano, quindi i giovani che scimmiottano e non pensano ed infine dei Dirigenti a cui piace la prima pagina sulla quale apparire e non la buia scrivania dove pensare, scrivere, realizzare.

Meglio tardi che mai, è l’appropriato detto popolare che accompagna questi giorni della pallacanestro italiana, ma le idee sono minimali, le riforme rinviate al 2013, l’umiltà tenuta chiusa in un cassetto: ai mediocri sta bene così e se qualche “intelligenzia” si dovesse fare avanti, mettiamola in un angolo, potrebbe spazzare via tanti azzeccagarbugli.

Sul banco degli imputati non possono che sedersi la F.I.P. (anche nelle sue diverse articolazioni), le Leghe (nelle sue pompose  espressioni) ed i nostri grandi Coach, troppi presi dal loro “dorato” impegno e timorosi di perdere la propia panchina, per capire che in periodo di crisi industriale (Treviso, Roma e tante altre), si deve tornare all’agricoltura (arare, seminare, raccogliere).

Meneghin ha dignitosamente ammainato bandiera, si annuncia Petrucci (l’uomo giusto se vorrà….) e le Leghe ??? Le Leghe non si accorgono che perdono i pezzi e che i conti non quadrano.

Incassi pari al 20% del fatturato, molti sponsor in fuga, i Media alla finestra, mentre molti milioni finiscono oltre confine.

Le Leghe che fanno, pregano Dio che qualche neo Presidente si faccia avanti per vivere un’estate da svolazzante cicala.

Spero che a qualcuno abbia riacceso la spia dell’umiltà, dell’equilibrio e della razionalità, qualche spiegazione dei così alti costi sui parametri tra i campionati dilettanti (e dove vanno a finire questi benedetti soldi) altrimenti è inutile lo sfogo di qualche Coach o le accuse del “Fabbri” fustigatore.

S' inverta in fretta la rotta o siamo destinati al naufragio e per chi ama ancora questo sport, non è tollerabile.


 

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