Luca Conte: "Assigeco, adesso voglio la promozione "

14.04.2009 10:21 di  Roberto Bernardini   vedi letture
Fonte: Il Cittadino

La continuità e la tradizione di un club sono elementi fondati sull 'opera nel tempo dei dirigenti accompagnata dalla partecipazione attiva dei giocatori; alcuni dei quali rimanendo in squadra diversi anni rappresentano il filo conduttore tra partite e vittorie. Se nel tris di Coppe dell 'Assigeco Empire Bpl, contrassegnato da tre diversi coach, l 'energia del patron Franco Curioni è alla base di tutto, fra i protagonisti principali spicca la presenza di Luca Conte. La 29enne guardia di Correggio c 'era nel 2003 a Montecatini (29 punti, Coppa Italia di B2), nel 2007 al “Palalido” di Milano (17 punti, Coppa Italia di B1) e, in qualità di capitano, ha sollevato il trofeo della A Dilettanti giovedì a Forlì.
Considerando anche la Summer Cup del settembre 2006, Conte è il giocatore più vincente della storia rossoblu. «Un dato che fa molto piacere, ogni volta che siamo andati in finale abbiamo arpionato il trofeo, anche se immediata viene alla mente la considerazione che gli anni passano - ride la guardia di Correggio -. È davvero bello aver potuto essere di supporto alle varie vittorie dell 'Assigeco.
A questo punto mi manca solo la promozione per poter essere al top: lavorerò insieme alla squadra per tenere l 'obiettivo sempre nel mirino nei prossimi play off».Tre vittorie in coppa, ognuna diversa dall 'altra. «La prima, contro Veroli, è stata strana: sotto per tutto il primo tempo, quasi un crollo nel terzo periodo e poi la progressiva rimonta che ci ha permesso di vincere dopo un supplementare - l 'esterno rossoblu si esaltò nella seconda parte di serata -. Una voglia di vincere messa in campo anche a Milano, due anni fa (quando Conte fu Mvp della “final four”, ndr), con l 'inerzia tenuta in mano quasi costantemente.
A Forlì siamo stati coesi e determinati, capaci di giocare con continuità nonostante il brutto infortunio occorso a Costantino Cutolo».
Festeggiata molto sobriamente la vittoria in Coppa Italia, la banda di Simone Lottici si rimette oggi al lavoro per preparare il quarto di finale contro Omegna (domenica gara-1 al “PalaCastellotti”), primo ostacolo di un cammino che si preannuncia lungo e decisamente faticoso. «Non sono uno da proclami, però se c 'è un dato che emerge dalla nostra vittoria di Forlì, dove non abbiamo avuto grandi percentuali, è quello di come la squadra possa arrivare a battere gli avversari solo se mette in gioco grande intensità difensiva - dice Conte -.
Ogni gara fa storia a sé, ma mettendoci in testa di usare attenzione ed energia in fase difensiva per gli avversari diventa dura».
L 'Assigeco allora deve ripartire da dove ha finito.
Luca Mallamaci
 

Dalla canotta a giacca e cravatta: Steva Agnesi. La metamorfosi di “Steve” Agnesi nella lunga serie di trionfi rossoblu

Per centellinare meglio il gusto di questo nuovo successo, Stefano Agnesi si è regalato qualche giorno al sole della Versilia in compagnia della moglie Orietta.
C’è anche un pezzo della sua opera nel tris di coppe dell’Assigeco. Nel 2003, a Montecatini, era in canotta e calzoncini campo; al “Palalido”, due anni fa, e prima a Pistoia per la Summer Cup, così come a Forlì la scorsa settimana è passato alla giacca e cravatta da dirigente.
«Sul parquet è un’altra cosa, c’è un’emozione diversa - confida il team manager dell’Assigeco -. La tensione non manca neppure a bordo campo, dove però il match lo godi di più. Stavolta ho avvertito un pizzico di invidia per i giocatori: le finali sono sempre belle da giocare». Il feeling dell’Assigeco con la Coppa Italia è iniziato sei anni fa a Montecatini:
«Bei ricordi. Lo considero l’incipit di Franco Curioni con la seconda era Assigeco che ha portato l’anno dopo alla promozione in B1 e a tutti questi anni di progressivi miglioramenti in categoria».
In che posizione della bacheca metterai questa coppa? «Insieme alla vittoria del “Palalido” è nei primi cinque posti della classifica personale, ma questa forse è la più “inaspettata” - dice Agnesi -. Delle mie tre promozioni da giocatore ovviamente la più sentita è il passaggio in A1».
Simone Lottici è capace di rasserenare l’ambiente. «Il coach è bravo ad assorbire tutte le tensioni creando un clima sereno per i giocatori - chiosa Agnesi -.
Ha vinto il gruppo: ogni elemento ruotato dall’allenatore ha dato un importante contributo, compresi i giovani
Matteo Lottici, Loda e Vignando».
 

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