Un'arbitressa di Catania chiede un'inchiesta alla FIP
(Di Enrico Campana) - Fortuna che il diavolo alla fine ci mette sempre lo zampino. Si profila infatti un vero terremoto nel mondo arbitrale della A se il Procuratore della Fip recupererà la registrazione assunta dalla Polizia Postale di Reggio Calabria nel corso dell’indagine di Baskettopoli nella quale nel 2008 l’arbitro Carmelo Paternicò - come riporta un articolo del Corriere della Calabria del 30 giugno - “ordina” testualmente al capo degli arbitri Garibotti (rinviato a giudizio per “associazione a delinquere”) di “annientare” Cristina Teresa Luca di Catania.
Venuta a conoscenza del documento, costei ha presentato un esposto ufficiale al Procuratore del Basket affinchè venga fatta al più presto luce completa sul grave episodio..
Cristina Luca è stimatissimo ingegnere impegnata nei cantieri edili e nel basket conosciuta non solo per la sua lunga mission cestistica ( iniziata a 20 anni, oggi ne ha solo 35) che l’ha portata a dirigere in A2 femminile (e in coppia anche con la sorella, a sua volta avvocato) e a ricoprire un ruolo importante nella Commissione Regionale CIA composta dal presidente Tolga, da Giuseppe Catalano di Trapani e da lei. Quindi teoricamente le parti si sono rovesciate rispetto al fatto, e ha un titolo federale delicato e importante per cui teoricamente Paternicò dovrebbe essere subalterno a questo organismo.
A proposito del diavolo che ci mette lo zampino, fortuna vuole, per la credibilità di tutta la nostra pallacanestro, che l’arbitro Facchini, collocato solo come n.3 della contestatissima classifica italiana, sia stato direttamente designato dalla Fiba per i campionati d’Europa e la Federazione abbia scelto il n.1, Gigi Lamonica per i prossimi europei. Ovvero i due arbitri che hanno fischiato il Dream Team alle Olimpiadi. Se la Fiba avesse designato Lamonica, il CIA avrebbe infatti fatto scattare invece la propria classifica e, quindi, il designato sarebbe stato il protagonista di una scalata senza precedenti, quel Paternicò arrivato come un fungo al n.2. Cioè davanti a Facchini, anche se è difficile crederlo.
Immaginiamo la figuraccia per il basket italiano, l’imbarazzo di avere in una competizione internazionale un arbitro oggetto dal 7 luglio di un esposto ufficiale alla Fip (e anche al CONI!) da parte di Cristina Luca che adesso chiede conto del testo della temeraria registrazione, roba da Vespri Siciliani o anche peggio, riportata fra virgolette dal Corriere della Calabria, fra Paternicò e Garibotti.
“Il tenore della telefonata – afferma Cristina Luca nell’esposto – non lascia spazio a dubbi. L’arbitro Paternicò così si rivolgeva a Garibotti, riferendosi alla mia persona: ”La devi annientare, proprio cancellarla, deve pigliare due 63” (il voto punitivo che poi è servito a declassarla, nda)”.
“Pertanto – chiede l’arbitressa al Procuratore avv.Alabiso – se le intercettazioni dovessero trovare conferma, il tesserato Carmelo Paternicò, già arbitro internazionale, avrebbe violato i più elementari principi di lealtà e correttezza sanciti dall’articolo 2 del Codice di Comportamento Sportivo rendendosi anche attore di comportamenti che prefigurerebbero una possibile frode e/o illecito sportivo, come disciplinato dall’art.43 nel regolamento di Giustizia Sportiva…E come classificare altrimenti la telefonata posta in essere dal Paternicò all’allora vertice del CIA?”
“E’ già desolante immaginare – così prosegue nel suo esposto la vittima di questo brutto episodio – un uomo compiere un atto di tale meschinità, ma ancor più, mi si permetta, immaginare un arbitro che come lui riveste un ruolo internazionale dare l’impietoso esempio alle giovani generazioni di fischietti della più alta slealtà sportiva”.
Alla fine, l’ing.Cristina Luca mette l’accento sul danno subito e “tenuto conto inoltre che, come dimostreremo, dai voti presi durante quell’anno sportivo – sottolinea per dovere di cronaca - effettivamente il Paternicò riuscì ad ottenere quanto richiesto e che lo stesso ad oggi non ha smentito la telefonata in oggetto”. Per cui alla luce di tutti questi elementi al Procuratore chiede nel suo atto “di attivare con urgenza gli opportuni accertamenti, affinché sia fatta luce sulle eventuali gravi violazioni di cui si sarebbe reso protagonista il Paternicò”. Prega infine di essere ascoltata e chiede invece “al Consiglio federale l’autorizzazione a procedere per le vie della Giustizia Ordinaria nei confronti del tesserato Carmelo Paternicò per l’evidente lesione di immagine patita”
Pressata dalla stampa per l’interessamento nel quale suo malgrado si è trovata coinvolta l’ing.Cristina Luca, per la necessaria cautela quale tesserata e dirigente, non ha rilasciato commenti precisando di nutrire il massimo rispetto nei confronti del Presidente Federale, dei Consiglieri Federali, del Segretario Generale, del Comitato Italiano Arbitri e soprattutto dei Regolamenti Federali. Si è detto estranea a dichiarazioni rese o comunicati stampa emessi ma che sarà sua cura informare gli organi d’informazione di quanto da lei sollevato, quindi confermando l’esposto che Pianetabasket.com è riuscito a procurarsi.
Il documento dovrebbe essere già arrivato ai destinatari, ed è facile immaginale quanto contribuirà ad agitare le acque del consiglio federale di questo sabato che dovrà valutare le proposte di riforma del Comitato italiano Arbitri il cui presidente vorrebbe passassero subito in loco, soprattutto la riduzione da 9 a 3 dei Commissari o Osservatori per rendere le classifiche di fine stagione più omogenee e credibili.
Il CIA ritiene urgente, per poter produrre risultati concreti, avere subito il placet, ma c’è spazio fino al prossimo consiglio post-europei per rivedere l’intero capitolo, specie dopo questo violento temporale estivo. Strano, però, che questo episodio di cui sembra molti fossero all’oscuro, dal presidente del CIA Luciano Tola al consigliere Fip, non compaia nelle 200 pagine dell’accusa di Baskettopoli che pure denuncia un “malaffare diffuso” invitando la federazione a tenere gli occhi aperti. Raccomandazione caduta nel vuoto.,
Sono passati due anni e dai cassetti riemergono registrazioni che andrebbero riascoltate, valutate, compresa naturalmente quella che ha portato dopo due anni d’indagini il PM a stralciare in extremis un ipotesi di reato riguardante l’attuale presidente del CIA Zancanella del quale sembra però il Procuratore non fosse a conoscenza.
Perché nel basket dei veleni, certe brutte storie tornano a galla solo adesso?. Bisognerà naturalmente anche ascoltare Luciano Tola il presidente del CIA che all’epoca si trovò a dover gestire la pesante eredità del Garibotti, e venne lasciato solo quando sospese per un turno i due capi dell’Associazione Italiana Arbitri, Sabetta e Paternicò, per violazioni al Codice di Comportamento Sportivo.
I due arbitri impugnarono il provvedimento, erano anche nelle funzioni di presidente e vice presente nell’Aiap, il CIA venne commissariato e l’Associazione “ribelle”chiamata addirittura a collaborare per la compilazione delle liste della scorsa stagione che hanno provocato una lunga lista di ricorsi e malcontento. A suo tempo, Tola ha presentato anche un esposto al Procuratore avv. Alabiso riguardante la sua vicenda al CIA che sembra ancora aperta dopo 18 mesi. Ma nel suo esposto, ci si chiede, c’era o no anche per questa registrazione - come dire? - “extra moenia”?. E’ certo che Tola sapeva tutto, come conferma anche il consigliere del CIA federale che ne raccolse le confidenze. Proprio la gravità della pesante richiesta di Paternicò che dandogli del tu chiedeva al suo predecessore Garibotti quale capo degli arbitri di annientare la giovane collega avrebbe spinto Tola a prendere poi quel provvedimento di sospensione cautelare che poi è stata l’inizio di tutti i suoi guai e di un inpeachment assurdo. E’ davvero una brutta storia, certamente non rimarranno indifferenti le associazioni a tutela dei diritti della donna, e le Pari Opportunità di Mara Carfagna.
Naturalmente adesso la patata bollente è nelle mani di Zancanella che predicava "la politica del sorriso" e una campagna di reclutamento per portare più ragazze all’arbitraggio. Farà bene a spiegare al Consiglio Federale quello che è accaduto, e a suggerire a Paternicò, questo arbitro frequentemente (e sempre più...) al centro di polemiche e al quale è vicino come tutor nella rapidissima scalata del ranking, di autosospendersi fino al termine dell’inchiesta. E naturalmente è pacifico che ora consideri l’Aiap un interlocutore non più attendibile e la sua breve storia un vero fallimento.
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