Un'arbitressa di Catania chiede un'inchiesta alla FIP

14.07.2011 23:22 di  Enrico Campana   vedi letture
Un'arbitressa di Catania chiede un'inchiesta alla FIP

(Di Enrico Campana) - Fortuna che il diavolo  alla fine ci mette sempre lo zampino. Si profila  infatti un vero terremoto nel mondo arbitrale della A se il Procuratore della Fip  recupererà  la registrazione  assunta dalla Polizia Postale di Reggio Calabria nel corso dell’indagine di  Baskettopoli nella quale nel 2008 l’arbitro Carmelo Paternicò - come riporta un articolo del Corriere della Calabria del 30 giugno - “ordina”  testualmente al capo degli arbitri Garibotti (rinviato a giudizio per “associazione a delinquere”)  di “annientare” Cristina Teresa Luca di Catania.
Venuta a conoscenza del documento, costei ha presentato un esposto ufficiale  al Procuratore del Basket affinchè venga fatta al più presto luce completa  sul grave episodio..
Cristina Luca è stimatissimo ingegnere impegnata nei cantieri edili e nel basket  conosciuta  non solo per la sua  lunga mission cestistica ( iniziata a 20 anni, oggi ne ha solo 35)  che l’ha portata a dirigere in A2 femminile (e in coppia anche  con la sorella, a sua volta avvocato) e a ricoprire  un ruolo importante nella Commissione Regionale  CIA  composta dal presidente Tolga, da Giuseppe Catalano di Trapani e da lei. Quindi teoricamente le parti si sono rovesciate rispetto al fatto, e ha un titolo federale delicato e importante per cui teoricamente Paternicò dovrebbe essere subalterno a questo organismo.
A proposito del diavolo che ci mette lo zampino, fortuna vuole, per la credibilità di tutta la nostra pallacanestro, che l’arbitro Facchini, collocato solo come n.3 della contestatissima classifica italiana, sia stato direttamente designato dalla Fiba per i campionati d’Europa e la Federazione abbia scelto il n.1, Gigi Lamonica per i prossimi europei. Ovvero i due arbitri che hanno fischiato il Dream Team alle Olimpiadi. Se la Fiba avesse designato Lamonica, il CIA avrebbe infatti fatto scattare invece la propria classifica e, quindi,  il designato sarebbe stato il protagonista di una scalata senza precedenti, quel Paternicò arrivato come un fungo al n.2. Cioè davanti a Facchini, anche se è difficile crederlo.
Immaginiamo la figuraccia per il basket italiano, l’imbarazzo di avere in una competizione internazionale un arbitro oggetto dal 7 luglio di un esposto ufficiale  alla Fip (e anche al CONI!)  da parte di Cristina Luca  che  adesso chiede conto  del testo della temeraria  registrazione, roba da Vespri Siciliani o anche peggio,  riportata fra virgolette dal Corriere della Calabria,  fra Paternicò e Garibotti.
“Il tenore della telefonata – afferma Cristina Luca  nell’esposto – non lascia spazio a dubbi. L’arbitro Paternicò così si rivolgeva a Garibotti, riferendosi alla mia persona: ”La devi annientare, proprio cancellarla, deve pigliare due 63” (il voto punitivo che poi è servito a declassarla, nda)”.
“Pertanto – chiede l’arbitressa al Procuratore avv.Alabiso – se le intercettazioni dovessero trovare conferma, il tesserato Carmelo Paternicò, già arbitro internazionale, avrebbe violato i più elementari principi di lealtà e correttezza sanciti dall’articolo 2 del Codice di Comportamento Sportivo rendendosi anche attore di comportamenti che prefigurerebbero una possibile frode e/o illecito sportivo, come disciplinato dall’art.43 nel regolamento di Giustizia Sportiva…E come classificare altrimenti  la telefonata posta in essere dal Paternicò all’allora vertice del CIA?”
“E’ già desolante immaginare – così  prosegue nel suo esposto  la vittima di questo brutto episodio – un uomo compiere un atto di tale meschinità, ma ancor più, mi si permetta, immaginare un arbitro che come lui riveste un ruolo internazionale dare l’impietoso esempio alle giovani generazioni di fischietti della più alta slealtà sportiva”.
Alla fine, l’ing.Cristina Luca mette l’accento sul danno subito e “tenuto conto inoltre che, come dimostreremo, dai  voti presi durante quell’anno sportivo – sottolinea per dovere di cronaca  -  effettivamente  il Paternicò riuscì ad ottenere quanto richiesto e che lo stesso ad oggi non ha smentito la telefonata in oggetto”. Per cui alla luce di tutti questi elementi al Procuratore  chiede nel suo atto “di attivare con urgenza gli opportuni accertamenti, affinché sia fatta luce sulle eventuali gravi violazioni di cui si sarebbe reso protagonista il Paternicò”. Prega infine di  essere ascoltata e  chiede invece  “al Consiglio federale l’autorizzazione  a procedere per le vie della Giustizia Ordinaria nei confronti del tesserato Carmelo Paternicò per l’evidente lesione di immagine patita”
Pressata dalla stampa per l’interessamento  nel quale suo  malgrado si è trovata coinvolta l’ing.Cristina Luca, per la necessaria cautela quale tesserata e dirigente,  non ha rilasciato commenti  precisando di nutrire  il massimo rispetto nei confronti del Presidente Federale, dei Consiglieri Federali, del Segretario Generale, del Comitato Italiano Arbitri e soprattutto dei Regolamenti Federali. Si è detto  estranea  a dichiarazioni rese o comunicati stampa emessi ma che sarà sua cura informare gli organi d’informazione di quanto da lei sollevato, quindi confermando l’esposto che Pianetabasket.com  è riuscito a procurarsi.
Il documento dovrebbe essere già arrivato ai destinatari, ed è facile immaginale quanto contribuirà ad agitare le acque del consiglio federale di questo  sabato che dovrà valutare le proposte di riforma del Comitato italiano Arbitri il cui presidente vorrebbe passassero subito in loco, soprattutto la riduzione da 9 a 3 dei  Commissari o Osservatori  per rendere le classifiche di fine stagione  più omogenee e credibili.
Il CIA ritiene urgente, per poter produrre risultati concreti, avere subito il placet, ma c’è spazio fino al prossimo consiglio post-europei per rivedere l’intero capitolo, specie dopo  questo violento temporale estivo. Strano, però, che questo episodio di cui sembra molti fossero all’oscuro,  dal presidente del CIA Luciano Tola al consigliere Fip, non compaia  nelle 200 pagine dell’accusa di Baskettopoli  che pure denuncia un  “malaffare diffuso” invitando la federazione a tenere gli occhi aperti. Raccomandazione caduta nel vuoto.,
Sono passati due anni e dai cassetti riemergono registrazioni che andrebbero riascoltate, valutate, compresa naturalmente  quella che ha portato dopo due anni  d’indagini il PM  a stralciare in extremis  un ipotesi di reato  riguardante  l’attuale presidente del CIA Zancanella del quale  sembra però il Procuratore non fosse a conoscenza.
Perché nel basket dei veleni,  certe brutte storie tornano a galla solo adesso?. Bisognerà  naturalmente anche ascoltare Luciano Tola il  presidente del CIA che  all’epoca si trovò a dover gestire la pesante eredità del Garibotti, e venne lasciato solo quando sospese per un turno i due capi  dell’Associazione Italiana Arbitri, Sabetta e Paternicò, per violazioni al Codice di Comportamento Sportivo.
I due arbitri impugnarono il provvedimento, erano anche nelle funzioni di presidente e vice presente nell’Aiap,  il CIA venne commissariato e l’Associazione “ribelle”chiamata addirittura a collaborare per la compilazione delle liste della scorsa stagione che hanno provocato  una lunga lista di ricorsi e malcontento. A suo tempo, Tola ha presentato anche  un esposto al Procuratore  avv. Alabiso riguardante la sua vicenda al CIA che sembra ancora aperta  dopo 18 mesi. Ma nel suo esposto, ci si chiede, c’era o no  anche  per questa registrazione  - come dire?  - “extra moenia”?. E’ certo che Tola  sapeva  tutto,  come conferma anche il consigliere del CIA federale che ne raccolse le confidenze.  Proprio la gravità della pesante richiesta di Paternicò  che dandogli del tu chiedeva  al suo predecessore Garibotti quale capo degli arbitri di annientare la giovane collega avrebbe spinto Tola a prendere  poi quel provvedimento di sospensione cautelare che poi è stata l’inizio di tutti i suoi guai e di un inpeachment assurdo. E’ davvero una brutta storia, certamente non rimarranno indifferenti le associazioni a tutela dei diritti della donna, e le Pari Opportunità di Mara Carfagna. 
Naturalmente adesso la patata bollente è nelle mani di Zancanella che predicava  "la politica del sorriso" e una campagna di reclutamento per portare più  ragazze all’arbitraggio. Farà bene a spiegare al Consiglio Federale quello che è accaduto, e a suggerire a Paternicò, questo arbitro frequentemente (e sempre più...) al centro di polemiche e al  quale è vicino come  tutor nella rapidissima scalata del ranking, di  autosospendersi fino al termine dell’inchiesta. E naturalmente  è pacifico che ora  consideri l’Aiap un interlocutore  non più attendibile e la sua breve storia un vero fallimento.
encampana@alice.it