Varese chiama Collins

07.08.2010 10:25 di  Matteo Marrello   vedi letture
Fonte: La Prealpina
Dwayne Collins
Dwayne Collins

Potrebbe arrivare nella giornata odierna la certezza dell'ingaggio di Dwayne Collins da parte della Pallacanestro Varese. E' il ventiduenne pivot fresco di laurea all'università di Miami il giocatore sul quale la società biancorossa ha concentrato tutte le sue attenzioni in cerca di un "omone d'area" allo stesso tempo agile e potente per completare il roster. Il club di via Sanvito ha messo le carte sul tavolo, formalizzando la sua offerta nei confronti del giocatore del 1988, recentemente scelto dai Phoenix Suns al secondo giro del draft NBA ("pick" numero 60, ultimo giocatore in assoluto chiamato lo scorso 24 giugno). Ora il pallino è in mano a Collins, che dovrà scegliere se accettare la proposta garantita dalla Cimberio oppure rimanere aggrappato al sogno di strappare un contratto con la franchigia dell'Arizona scegliendo l'impervia via del Veteran Camp di ottobre (i Suns hanno 13 contratti garantiti sui 15 consentiti dal regolamento e qualche giorno fa hanno ingaggiato l'ala-pivot Gani Lawal - altra freschissima seconda scelta considerata da Varese tra le alternative a Collins - completando virtualmente la rotazione dei lunghi). Dal canto proprio, il g.m. Cecco Vescovi ha illustrato dettagliatamente agli agenti - sia quello italiano che quello statunitense - i contenuti tecnici dell'offerta di Varese, che affiderebbe a Collins il ruolo da centro titolare con prospettive di ulteriore sviluppo per giocarsi eventualmente il prossimo anno la chance dei professionisti. «Abbiamo fatto le nostre mosse prospettando ai procuratori di Collins la nostra volontà di farne un cardine della squadra - conferma il dirigente varesino - Capisco che soprattutto per un ragazzo giovane il richiamo della Nba sia fortissimo e possa tentare fino all'ultimo di rimanere agganciato a quel carrozzone. Se Collins capirà che Varese potrebbe essere un'esperienza importante per la sua crescita in un campionato di buon livello come quello italiano, con l'occasione di avvicinarsi ulteriormente al mondo dei professionisti, noi lo ingaggeremo senza titubanze. Però non siamo neppure disposti ad aspettarlo a lungo...». L'offerta del club di via Sanvito ha infatti una scadenza temporale ben precisa: se entro il primo pomeriggio odierno (contando la differenza di fuso orario con gli States) la società biancorossa non riceverà risposta, allora virerà su altre strade riprendendo in considerazione alternative "collegiali" o giocatori più esperti già visti in Italia in un mercato che offre alternative sempre più ampie e variegate («Tutti gli agenti sanno cosa stiamo cercando e col passare dei giorni arrivano nomi nuovi: se non dovesse arrivare Collins c'è una lista di ipotesi che vaglieremo con calma», conferma Max Ferraiuolo). Sul piano squisitamente tecnico comunque Collins calzerebbe a pennello con le specifiche richieste da coach Recalcati per completare l'organico della Cimberio e l'idea di puntare su un "collegiale" trova consensi anche da parte di Vescovi nel tentativo di trovare un elemento in grado di crescere durante la stagione nell'ottica del rapporto costo-rendimento sul quale si è basato l'intero mercato biancorosso: «Un giovane desideroso di migliorarsi ci darebbe la possibilità di vederlo crescere nell'arco della stagione e i suoi progressi darebbero supporto a tutta la squadra a differenza di un elemento più esperto ma magari meno "affamato". Vista le qualità balistiche della nostra temibile batteria di esterni e la necessità di muscoli per tenere botta contro i lunghi di stazza abbiamo cercato un giocatore in grado di fare legna tra blocchi e rimbalzi piuttosto che uno Slay con tanti punti nelle mani. Collins sarebbe perfetto perché in grado di correre, saltare e prendere rimbalzi: ci darebbe una bella presenza fisica e atletica, di fatto sarebbe un James Thomas più giovane e fresco. Se ci dirà di sì chiuderemo il mercato e saremmo tutti contenti, dando così immediatamente la possibilità a Recalcati di iniziare a programmare il lavoro tecnico».
Giuseppe Sciascia